Tajani presidente dell’Europarlamento. Ecco l’obiettivo del Cav “neocentrista”

15 Gen 2017 18:53 - di Giacomo Fabi

C’è un derby tutto italiano che da mesi sta condizionato la tattica e la strategia di Silvio Berlusconi. Ma questa volta il calcio non c’entra niente e il terreno dello scontro il (dissestato) manto erboso di San Siro bensì Strasburgo. Sarà qui, infatti, che martedì 17 gennaio il popolar-forzista Antonio Tajani e il socialista Gianno Pittella si affronteranno in un duello tutto italiano la cui posta in palio è la presidenza dell’Europarlamento.

Il 17 gennaio si sceglie tra Tajani e Pittella

Si tratta di un obiettivo di assoluta rilevanza e Tajani ha tutte le carte in regola e il cursus honorum adatto per poter centrare: è un eurodeputato di lunghissimo corso ed ha ricoperto ruoli importanti nella Commissione (l’equivalente del governo nazionale) ottenendo risultati più che lusinghieri. Ma in Europa potrebbe non bastare se il suo rivale Pittella gli lanciasse tra i piedi l’alleanza con la Lega Nord, partito guardato a Strasburgo con una certa apprensione per via delle sue posizioni su temi come immigrazione e “sovranismo”.

L’ultimo presidente italiano a Strasburgo fu il dc Colombo

È dal 1979 che un italiano non presiede l’Europarlamento. L’ultimo fu il democristiano Emilio Colombo. Nulla di più facile dunque che un leader pragmatico come Berlusconi, da sempre molto abituato a centrare risultati storici o a riuscire dove gli altri falliscono, sacrifichi all’obiettivo di ottenere quello scranno per Tajani il prezzo di qualche polemica in più con Matteo Salvini. Questo non significa che una volta tagliato il prestigioso traguardo europeo le tensioni tra il Cavaliere e i suoi alleati in Italia si dissolvano in un minuto. La politica può essere dissimulazione ma non è mai finzione, soprattutto quando – come in questo caso – le polemiche sono pubbliche. Significa, piuttosto, ribadire il peso e il valore di una centralità (quella di Berlusconi) di cui non può fare a meno il Ppe in Europa né il centrodestra in Italia. È un dato di consapevolezza che non può sfuggire a nessuno, Salvini compreso.

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