Tablet e smartphone ai bimbi: l’80 per cento dei genitori non sa dire di no

19 Gen 2017 13:53 - di Alberto Consoli

Tablet e biberon. I bimbi dell’era digitale nascono con la tecnologia in mano, già a pochi mesi imparano da mamma e papà i gesti tipici di un ‘habitué degli schermi, e altrettanto presto smartphone, pc e altri dispositivi diventano il pane quotidiano. Compagni di vita. Oltre l’80% dei genitori di bambini da 0 a 11 anni ne consente l’uso ai propri figli (succede spesso nel 40,8% dei casi), oltre il 40% li lascia soli davanti allo schermo, oltre la metà li usa come ‘intrattenimento’ per farli stare buoni. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio che una struttura sanitaria di Milano – il Centro medico Santagostino – ha deciso di condurre tra i suoi pazienti per capire se i bambini di oggi sono troppo digitali. Hanno risposto al questionario 184 genitori di under 12, gran parte con età fra i 33 e i 48 anni, laureati nel 67,4% dei casi, il 59% con un solo figlio. I risultati mostrano che solo il 13% dei figli non usa smartphone e tablet quasi mai e ancora più rari, 5%, sono quelli che ne fanno completamente a meno. Da un lato emerge un utilizzo piuttosto moderato: il 46% dei genitori lo consente per meno di mezz’ora al giorno e solo il 17% supera l’ora quotidiana. Vigilare è la norma: il 62% dichiara regole precise per limitarne l’uso, il 38% toglie la tecnologia ai figli quando esagerano, il 6% la vieta solo quando sono in castigo. Resta un 3% di mamme e papà che lascia massima libertà. E se il 57% è presente e vigila sui contenuti di cui i figli fruiscono, al 35% dei genitori capita di lasciare i bambini soli con il tablet e lo smartphone e all’8% succede spesso.

Smartphone ai bimbi: attenzione alla solitudine

Ma quando i piccoli si ritrovano uno smartphone per amico? Il sondaggio indica che gli apparecchi elettronici sono uno svago riservato ai momenti solitari (solo il 29% dei genitori riferisce un uso in compagnia dei coetanei). “Emerge la solitudine come condizione strutturale dell’uso dei dispositivi elettronici”. Una situazione che “non crea né aiuta a fare amicizia con i propri coetanei”, osserva la pediatra del Centro medico Santagostino Daniela Calligari, che mette in guardia dai possibili rischi di un eccesso di
elettronica in tenera età. “Che cosa viva, pensi, modifichi di sé il bambino con queste esperienze nessuno lo sa né lo condivide – riflette l’esperta – il tutto esteso poi a un uso quotidiano e in aumento nella crescita, con esiti che, a voler essere positivi, creano una abitudine a forme di isolamento passivo. Ben diverso per esempio dalla lettura, dove sono indispensabili una personale interazione e coinvolgimento”.

Proporre alternative

Dal sondaggio emerge anche che lo smartphone viene spesso usato come ‘calmante’ in caso di capricci: dichiara di avere questa abitudine il 25% dei genitori. Altro uso è il passatempo in situazioni potenzialmente noiose per i bambini: il 45% dei genitori dichiara che ai suoi figli capita di usare apparecchi digitali in luoghi come ristoranti, sale d’attesa, treno, auto, il 12% dice che succede spesso. Ma questo vago, almeno prima di dormire, non viene concesso mai o quasi mai da buona parte dei genitori. Capita solo al 16%, spesso al 4%. Stesso discorso durante i pasti: capita di usarli al 10%, spesso al 4%. “Questo è uno dei punti nodali della relazione genitore-bambino – commenta Callegari – Anziché far leva sulle risorse del bimbo per affrontare momenti nodali, creando occasioni di nuove esperienze, di crescita con aumento della stima di sé, viene rimandata una immagine del bambino come qualcuno da contenere perché non crei problemi e non disturbi”. L’85% dei genitori dice di provare a proporre ai
figli delle alternative, quando può. Il resto ammette di non farlo mai.

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