Reina club di Istanbul, da paradiso dei vip sul Bosforo a inferno jihadista (Video)

1 Gen 2017 17:58 - di Prisca Righetti
Polizia turca a Istanbul

 

 

Altro sangue innocente, ancora vite spezzate nel nome del fanatismo religioso e di un odio etnico che assale all’improvviso e uccide al grido di Allah’u Akbar: questo, ancora una volta, il tragico urlo di battaglia pronunciato la notte scorsa dall’attentatore di Istanbul al momento del feroce attacco al Reina club.

Strage al Reina club: l’assalto al grido di Allah u’ Akbar

Un tragico rituale che torna a scandire i primi momenti del terrore, riferito in queste ore tra dolore e choc dai sopravvissuti alla strage. Secondo le ricostruzioni fatte finora, il terrorista autore della strage di ieri, ha ucciso un agente di polizia ed un civile che si trovavano davanti al nightclub e poi è entrato – intorno all’una e un quarto locale – nella discoteca Reina di Istanbul dove ha ucciso 39 tra uomini e donne ferendone poi altri 65 sparando all’impazzata sulla folla. In quel momento, secondo i media turchi, nel locale si trovavano tra le 700 e le 800 persone. L’uomo poi si sarebbe dato alla fuga dopo l’attacco approfittando del caos che si era creato all’interno. Dell’attentato, al momento non ancora rivendicato, vanno decisamente chiarite dinamica e sequenze.  Non solo: tra i diversi testimoni fin qui ascoltati, una donna israeliana citata dal Times of Israel e un cittadino kuwaitiano rimasto ferito e citato dal Guardian, e comunque, più di un sopravvissuto, avrebbero parlato di diversi assalitori in azione nel locale turco, anche se le autorità locali continuano a parlare di un solo terrorista, come confermato dai racconti del Guardian, armato di Kalashnikov e di odio. Un solo uomo capace di uccidere in pochissimo tempo e a sangue freddo 39 persone. Ragazzi, giovani donne, coppie, che si erano ritrovate nel locale glamour sul Bosforo per festeggiare l’inizio di un nuovo anno che non vivranno… Ma cosa rappresenta, e da chi è frequentato, allora, il Reina nitghclub di Istanbul, da molto luogo di ritrovo ambito e blasonato e da ieri notte locale di morte e terrore stragista dove hanno perso la vita 39 persone?

Reina, quel club sul Bosforo gettonato dalle celebrities

Di sicuro è un locale assai rinomato tra i turisti stranieri e frequentato da giocatori di calcio turchi, stelline della tv e vip internazionali come la cantante Kylie Minogue o  l’attore che veste i panni dell’ultimo 007 del grande schermo, Daniel Craig, tra le ultime firme d’autore ad aver varcato la soglia del locale notturno di recente. Inaugurato nel 2002, con le sue piste da ballo all’aperto, i bar e le terrazze dei ristoranti che si affacciano sul Bosforo, il Reina si è conquistato sul campo, a suon di eventi e partecipazioni stellate, una ragguardevole reputazione tra i giovani vip stranieri come tra le ultime generazioni dell’elite laica della Turchia. Con il passare degli anni, infatti, è divenuto il gettonato luogo di ritrovo di calciatori famosi e – ne consegue quasi automaticamente – delle star del piccolo schermo, così come punto d’incontro doc per turisti facoltosi e imprenditori di successo provenienti da tutto il mondo. Tanto che, secondo GC Prive, una società di gestione patrimoniale di Londra che raccomanda il locale ai propri clienti, oltre a Kylie Minogue e Danel Craig, dall’attrice Naomi Watts, al cantante Jon Bon Jovi, sarebbe più che lunga la lista delle celebrities che hanno frequentato almeno una volta il Reina di Istanbul. Non per niente, allora, sembra che il proprietario del famoso club – inserito nelle più prestigiose guida della città come uno dei luoghi cult da visitare – l’imprenditore Mehmet Koçarslan, avrebbe confessato ad Hurriyet di essere stato avvertito dagli Usa sul possibile rischio di un attacco, tanto che la sicurezza intorno al locale e lungo il fiume era stata rafforzata. Eppure…

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