Niente comunità per Manuel: resta in cella il killer dei ristoratori di Ferrara

30 Gen 2017 15:51 - di Prisca Righetti

Niente comunità e nessuno sconto per Manuel, il 17enne ferrarese che ha confessato di aver ucciso la coppia di ristoratori di Pontelagorino, Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, in concorso con il figlio 16enne della coppia, nella notte tra il 9 e il 10 gennaio scorso. I giudici del Riesame del tribunale per i Minorenni di Bologna hanno respinto la richiesta di scarcerazione e affidamento ad una comunità, avanzata venerdì scorso dall’avvocato difensore dell’imputato, confermando quindi la custodia cautelare in carcere perl’adolescente, e respingendo il ricorso contro l’ordinanza del Gip del legale del ragazzino, l’avvocato Lorenzo Alberti Marangoni Brancuti. Venerdì scorso, davanti ai giudici, il 17enne, che subito dopo il delitto aveva confessato di esserne stato l’esecutore materiale, aveva sottolineato il proprio pentimento. Ma non gli è bastato. 

No alla comunità per Manuel, killer dei ristoratori di Ferrara

«Ho visto parecchie volte Manuel: si è pentito assolutamente di ciò che ha fatto, ricorda perfettamente cosa è successo e risponde senza riserve alle domande degli inquirenti e dei magistrati», ha ripetuto a più riprese negli ultimi giorni il legale dell’imputato, come a voler sottolineare un aspetto moralmente non trascurabile – e semmai da premiare? – in un caso che di morale non ha davvero niente. Non basta e non potrebbe bastare: dirsi pentito di un delitto così efferato e al momento – a parte le indiscrezioni e le ricostruzioni omicidiarie affrontate da diverse testate giornalistiche e da alcune trasmissioni telelvisive – ancora senza un vero movente, non ridimensiona l’atrocità del crimine commesso contro le due povere vittime, sorprese nel sonno e colpite ripetutamente a colpi d’ascia dall’assassino mentre, sembra, il figlio della coppia aspettava l’esito della brutale aggressione nella stanza accanto.

Ma è ancora buio sul movente di quel massacro… 

Così come, evidentemente, a poco sono valse le argomentazioni dell’avvocato in favore del suo giovane cliente, di cui il legale ha tenuto a precisare  la provenienza da una «famiglia solida e da una realtà normale e non di devianza», argomenti che, a sua detta, avrebbero giustificato la richiesta mirata a far scontare a Manuel la pena in una comunità di recupero. Richiesta oggi respinta. E allora, come aveva dichiarato con un fil di voce lo stesso padre del killer nelle scorse settimane uscendo dal tribiunale dei Minori di Bologna, «quello che dev’essere, sarà». Tutto il resto, a partire da quello che deve essere accaduto nelle menti di due ragazzini fino a qualche mese fa ritenuti due adolescenti come tanti, è buio totale: il buio della coscienza…

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