Lia Zoppelli, dalla Rsi a Carosello. Ma fu il teatro la sua grande passione (video)

3 Gen 2017 16:06 - di Antonio Pannullo

Oggi soltanto i meno giovani ricordano l’attrice Lia Zoppelli, scomparsa nel 1988: faceva parte di quella leva formatasi negli anni immediatamente precedenti e immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, che lavorò soprattutto in teatro, approdando poi solo nei decenni successivi in telelevisione. E Lia Zoppelli, milanese, classe 1920, fu una di questi pionieri che crearono un nuovo tipo di arte del nostro Paese. Nata e cresciuta in una famiglia della media borghesia, già da giovanissima sapeva quale sarebbe stata la sua strada: a soli 18 anni, nel 1938, debuttò con la compagnia teatrale di Luigi Cimara, Evi Maltagliati e Carlo Ninchi. Scoppiata la guerra, Lia Zoppelli continuò a lavorare al fianco di attori all’epoca noti come Ruggero Ruggeri, Sarah Ferrati e Tino Carraro. Ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Lia Zoppelli fece una scelta che potrebbe sembrare strana: lasciò le scene e si arruolò volontaria nella Saf, il Servizio ausiliario femminile della Repubblica Sociale Italiana comandato dal generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli. La particolarità di questo corpo era che le aderenti erano tutte volontarie, e vennero chiamate convenzionalmente ausiliarie della Rsi. Il comando del Saf fu posto prima a Venezia e in seguito a Como. Al Saf aderirono oltre seimila ragazze, che erano considerate personale militare a tutti gli effetti. Non va dimenticato che alla Rsi aderirono volontari molti attori, che in seguito diverranno tra i più grandi dell’Italia repubblicana, come Raimondo Vianello, addirittura uno dei padri della Rai, poi Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Gorni Kramer, Giorgio Albertazzi, Carlo Dapporto e migliaia di altri. Lia Zoppelli fu una di queste ragazze che compì una scelta entusiastica in difesa di ragioni che in quel momento le sembravano giuste, a lei e a altre centinaia di migliaia di italiani.

Lia Zoppelli fu tra i pionieri della tv italiana

Non abbiamo notizie sui suoi anni di guerra, né se fu perseguitata come capitò ad altri esponenti della Repubblica Sociale, ma sappiamo che al termine del conflitto, nel 1947, fu ingaggiata da Luchino Visconti e da Giorgio Strehler, che la diresse in importanti opere teatrali di Gorky, Salacrou e Goldoni. Nel 1950 fondò, insieme con Ernesto Calindri, Franco Volpi e Valeria Valeri una sua compagnia teatrale, che ebbe molto successo nell’Italia di quegli anni. Nel 1951 fu scelta per la prima italiana di The cocktail party di Eliot e nel frattempo lavorò anche in diversi film, diretta da Mattoli e Mastrocinque. Sempre negli anni Cinquanta la vollero Garinei e Giovannini in Giove in doppiopetto. Attrice sia di ruoli brillanti che drammatici, Lia Zoppelli conquistò il cuore degli italiani che amavano il teatro. Però, ironia della sorte, la sua notorietà presso il grande la pubblico la dovette ai Carosello della Alemagna, da lei interpretati per anni a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, insieme con Enrico Viarisio. Questi caroselli, che erano veri e propri corti, si concludevano immancabilmente con la frase: «Alemagna? Ullallà, è una cuccagna!». Nell’Italia del boom, un’apparizione a Carosello conferiva molta più notorietà che dieci collaborazioni con Streheler, e così andò anche per Lia Zoppelli, artista completa e bravissima, oltre che grande signora fuori e dentro il palcoscenico. In seguito lavorò in numerosi film brillanti, oltre trenta, spesso con Totò, e nei primi sceneggiati televisivi, oltre che in alcuni verietà televisivi. Negli ultimi anni si dedicò nuovamente all’attività teatrale. Si spense il 2 gennaio 1988, a Milano all’età di 68 anni.

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