Ferrara, coppia di ristoratori uccisi: il cerchio si stringe sul figlio e sull’amico

11 Gen 2017 11:11 - di Lara Rastellino

Neppure 24 ore ed è arrivata la notizia che tutti temevano: nell’ambito delle indagini sull’omicidio della coppia di ristoratori di Pontelangorino, in provincia di Ferrara, per il duplice omicidio dei due ristoratorisarebbero stati fermati il figlio adolescente e un amico. Un dubbio, quella di una possibilità responsabilità del ragazzo, appena 16enne, paventato alla notizia del ritrovamento delle vittime proprio da parte dell’adolescente: dopo Pietro Maso e il caso di Novi Ligure, del resto, la prima ipotesi investigativa investe quasi sempre i familiari…

Ferrara, coppia di ristoratori uccisi: i sospetti sul figlio

E purtroppo – stando agli ultimi casi di cronaca tristemente noti – le prime ipotesi sono quasi sempre confermate poi dalla verità investigativa e processuale. Un omicidio efferato, quello della coppia di ristoratori, che sin dalle prime battute ha scartato la possibilità che si potesse trattare di un omicidio-suicidio e che ha anche fatto rivolgere gli inquirenti su altre possibili piste che non fossero quella della rapina finita in tragedia. Troppa violenza. Troppo livore. Troppo accanimento. E i segni di tanta aggressività sono stati riscontrdati subito sui corpi delle vittime: le salme di Salvatore Vincelli, 59 anni, e di Nunzia Di Gianni, 45 anni, titolari del ristorante La Greppia di San Giuseppe di Comacchio, sono state ritrovate ieri in due punti diversi della loro abitazione; l’uomo era riverso sul pavimento del garage, mentre il corpo della moglie giaceva in cucina, ed entrambi avevano dei sacchetti di plastica in testa e mostravano segni di aggressione.

Ancora buio sul movente dell’omicidio

A dare l’allarme era stato proprio il figlio della coppia che, stando a quanto trapelato dalle prime ricostruzioni degli inquirenti, sembra vivesse per motivi di studio a Torino, ma che in questi giorni era in paese dai genitori. L’adolescente, tra i primi ad essere sentito, sarebbe crollato dopo un interrogatorio durato tutta la notte nella caserma dei carabinieri di Comacchio, interrogatorio che si è tenuto alla presenza del pm Giuseppe Tittaferrante. La versione del 16enne è apparsa subito ricca di contraddizioni, al punto da insospettire gli investigatori, messi già sulla pista dell’omicidio maturato in famiglia anche da una serie di perquisizioni e riscontri che portavano a ritenere che proprio l’adolescente potesse essere l’autore del crimine, aiutato dall’amico da cui aveva trascorso la notte. Sul movente del delitto però – sempre a quanto si apprende – è ancora buio: escluse al momento, infatti, motivazioni di tipo economico.

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