Piena intesa Marchionne-Trump: Fiat Chrysler crea lavoro negli Usa. E l’Italia?

10 Gen 2017 11:15 - di Renato Berio

È presto per parlare di feeling tra Marchionne e Trump ma quel che è certo è che il nuovo presidente Usa con i suoi tweet ne ha creato i presupposti. Ha infatti ringraziato pubblicamente sul social network la Fiat Chrysler che investirà un miliardo di dollari negli Stati Uniti creando 2mila posti di lavoro in Michigan e in Ohio per la produzione di tre nuovi modelli di jeep.

La filosofia di Marchionne 

Marchionne mostra di avere gradito: “Lo ringrazio di cuore per averci ringraziato. Il nostro è un atto dovuto al Paese”. Com’è noto infatti la filosofia dell’amministratore delegato di Fca è il profitto:  “l’unico criterio è quello della profittabilità. Si può fare tutto, purché non ci si perda”. Si può anche fare grande l’America di nuovo con l’aiuto della Fiat, insomma. E certo è che Trump punta molto sull’industria dell’auto per garantire i posti di lavoro che in campagna elettorale ha promesso agli americani. Di qui gli attacchi a chi – come General Motors e Ford – produce in Messico e poi vende negli Usa. Una pratica che Trump intende frenare imponendo tariffe del 35%. 

La Ford fa marcia indietro sugli investimenti 

General Motors ancora non ha reagito. La Ford ha invece annullato un investimento da 1,6 miliardi di dollari in Messico e ha annunciato che investirà 700 milioni negli Usa. Trump ha rivendicato questi risultati come frutto della sua politica di incentivo all’occupazione nel settore dell’auto, uno dei più colpiti dalla crisi del 2008. Anche Toyota, infine, prevede di investire10 miliardi di dollari negli States nei prossimi cinque anni. 

In pratica le case automobilistiche, almeno a livello di annunci, stanno offrendo a Trump il loro “tributo”. Marchionne non ha mancato di partecipare al rituale e, dopo i cinguetti con Trump, ne approfitta subito, spalmando sul novello feeling con la Casa Bianca i suoi auspici per il futuro: e cioè che il nuovo presidente benedica la fusione tra Fiat Chrysler e General Motors. 

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