Fantasmi del comunismo: Toni Negri guida l’adunata dei vecchi gruppettari

19 Gen 2017 15:13 - di Corrado Vitale

Tremate tremate, le mummie son tornate. Una “rimpatriata” di vecchi ultrasinistri doc s’è svolta a Roma in nome del comunismo. Sì, avete letto bene, proprio il comunismo. Ma non quello tossico e psichedelico dei centri sociali e degli “antagonisti” di oggi , bensì quello duro e “tosto” di una volta, il comunismo con l’eskimo e le zazzere incolte, il comunismo dei “gruppettari” che per almeno un decennio e più (dal ’68 a tutti gli Anni Settanta) devastò piazze, scuole, università, fabbriche contribuendo, non poco a disperdere l’eredità del “miracolo italiano” dei due decenni precedenti.

Be’, si sono ritrovati, i vecchi “gruppettari”, ormai canuti, ma sempre irriducibili. A guidarli non poteva essere che lui, l’ideologo per eccellenza: Toni Negri, il vecchio “maestro” di Autonomia operaia. Insieme con il pensatore rosso, tante altre vecchie glorie dell’ultrasinistra che fu: da Oreste Scalzone al “mitico” Bifo, alias Franco Berardi, rinomato agitatore di Radio Alice. Né potevano mancare i fondatori de il manifesto, Luciana Castellina e Valentino Parlato, ormai vicini alla novantina. E s’è fatto vedere pure Mario Tronti, vecchio filosofo operaista. 

Insomma, una kermesse ultrasinistra come non si vedeva da decenni. Chissà quale vento avrà riaperto i sarcofagi. L’occasione ufficiale è il centenario della Rivoluzione d’Ottobre, anche se siamo ancora in  gennaio.  Probabilmente si tratterà del vento antiglobalista che spira in questi ultimi tempi. Il problema è che nessuno ha avvisato questi nostalgici del comunismo che il grande “no-global” si chiama ora Donald Trump e che in Russia si onora oggi più la memoria degli zar che quella di Lenin. Tant’è che Toni Negri e compagni hanno annunciato di voler addirittura scrivere un nuovo “manifesto” del comunismo, 170 anni dopo quello redatto da Marx ed Engels. Visto che c’erano, potevano anche organizzare la “prima” della Corazzata Potemkin ,  film  del “giovane”regista Sergej Ejzenstejn

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