Di Canio “perdonato” da Sky dopo i chiarimenti su Duce e fascismo (video)

16 Gen 2017 15:01 - di Monica Pucci
Dove eravamo rimasti? Al tentativo di Paolo Di Canio, non semplice, di non rinnegare le sue idee politiche ma di farsi, al contempo, “perdonare” dalla comunità ebraica e soprattutto dal colosso televisivo Sky, che lo aveva allontanato dagli schermi dopo aver scoperto (si fa per dire…) un tatuaggio con la scritta “Dux” sul suo braccio destro. Quella piccola, dignitosa retromarcia, a cui i media avevano costretto l’ex calciatore della Lazio, ha sortito i suoi effetti: il castigo è finito. Dopo quattro mesi di purgatorio, come annuncia il sito della Gazzetta dello Sport, Paolo Di Canio è tornato in onda, qualche giorno fa, su Sky Sport, dopo Liverpool-Manchester United, alle 19. “Appuntamento con Di Canio Premier Show”, ha annunciato l’emittente. “In studio Paolo Di Canio, in compagnia di Gianluca Vialli. Un approfondimento per rivivere e analizzare quanto successo all’Old Trafford e per fare il punto sulla 21ª giornata di Premier League”. Perdonato, reintegrato, riabilitato, dopo la frase chiave, pronunciata in un’intervista al “Corriere della Sera“: «Non sono razzista. E il saluto romano è la cosa di cui mi pento di più».
 

Che cosa aveva detto Di Canio

«Non rinnego le mie idee. E la gente cambia. Io sono cambiato, non da ieri. Se sono fascista? Preferirei evitare le etichette. Ho sempre spiegato come la penso, non è un mistero. Ma se mi chiede delle leggi razziali, dell’antisemitismo, dell’appoggio al nazismo, quelle sono cose che mi fanno ribrezzo», aveva detto l’ex calciatore al Corriere, che lo aveva più volte incalzato sul suo passato da militante fascista: «Oggi mi rendo conto che per le persone che hanno subito certe cose sulla loro pelle, non può bastare. Ho creduto in una destra sociale, ho seguito le varie svolte da Fiuggi in poi. Non ho mai preso una tessera. Sono 17 anni che non voto». E Mussolini? «C’è un prima e un dopo. Alcune cose le aveva fatte bene. Quando segue Hitler sulle leggi razziali finisce tutto». Quanto basta per riportarlo sullo schermo, dopo la punizione. E nessun “premio” per il comportamento esemplare che tenne quando durante un partita fermò il pallone in area di rigore perché un avversario era a terra infortunato. Un onorevole comportamento di destra? No, non si può dire…

 

 

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