Unità del centrodestra? Parisi si mette di traverso e critica Meloni e Salvini

29 Gen 2017 17:58 - di Gabriele Alberti

Da un lato la piazza, dall’altro  le chiacchiere. All’indomani della grande manifestazione di Fratelli d’Italia e Lega si ragiona non a “reti unificate” nel centrodestra. Da una parte Brunetta e parte di FI che affermano che l’unità con Meloni è Salvini è l’unica via per la ripartenza. Per altri il ragionamento è più capzioso su elezioni, coalizioni, alleanze. ”Sono assolutamente contrario a una Grande coalizione. Noi siamo alternativi al Pd. Oggi il centrosinistra è stato rappresentato da Renzi, che ha fatto gravissimi guai al Paese e ne stiamo pagando tutti le conseguenze. Penso a cosa abbia combinato con la legge di stabilità, alle politiche stataliste e a deficit del suo governo… Non capisco perché l’opposizione debba togliere le castagne dal fuoco a chi ci ha rovinato”.  E fin qui Stefano Parisi non si allontana di un centimetro dalle parole di oggi di  Berlusconi e da FdI e Lega, da sempre lontani anni luce da ogni tipo di inciucio.  Ma diversamente da FdI e Lega considera un ”grande errore” andare alle urne in primavera perché c’è bisogno di una legge elettorale di stampo proporzionale, ‘seria”, che garantisca ”stabilità nel tempo” e non ci faccia rischiare, attraverso i capilista bloccati, di ”avere 500 parlamentari nominati dalle segreterie dei partiti”. 

No alle elezioni in primavera

”La Consulta – ragiona Parisi – non ha nessuna colpa, ha solo eliminato le parti incostituzionali. Renzi ci ha lasciato una legge elettorale indegna per un paese democratico. I parlamentari non perdano tempo, si rimbocchino le maniche e lavorino per cambiarla.
  Sono per un sistema proporzionale -insiste Parisi-  perché  ogni area politica può massimizzare i consensi. Poi ci  confronteremo sui programmi e si cercheranno alleanze sui contenuti,  non le poltrone”. Correre con una lista unitaria concepita  ”esclusivamente per mettere insieme cose diverse per vincere le  elezioni”, avverte, ”magari per spartirsi seggi o vicepresidenze,  non va bene. Meglio patti chiari adesso”. “L’area liberalpopolare che  io e tanti altri rappresentiamo -assicura Parisi – è un’area assolutamente  maggioritaria nel Paese, ma gli italiani hanno smesso di votarla,  perché  sono sfiduciati. E noi dobbiamo riconquistare la loro fiducia  con uomini nuovi e proposte nuove. Senza inseguire movimenti politici  che non hanno nulla a che fare con la nostra storia democratica  europea e liberale”.   “Non dobbiamo parlare a colpi di  slogan, penso che l’Italia fuori dall”Europa sia molto più debole per  la gestione della sicurezza, dell’immigrazione e sul fronte del  contrasto al terrorismo islamico”, è il suo pensiero.

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