Brexit, così giornalisti e istituzioni ci hanno mentito sulle conseguenze

25 Gen 2017 14:57 - di Antonio Pannullo

I giornalisti di tutto il mondo, i governi di tutto il mondo, le organizzazioni sovranazionali come la Ue, hanno mentito ai loro popoli in merito alle conseguenze della Brexit: avevano detto che sarebbe successa una catastrofe economica, che nessuno avrebbe potuto più lavorare nel Regno Unito, e così via, invece non è successo nulla, anzi. Gli indicatori economici britannico volano, la Ue non minaccia più di non fare accordi commerciali bilaterali con Londra, e il neopresidente americano corre in soccorso degli ex colonizzatori. L’Unione europea è ormai finita, perché non aveva previsto la variabile Trump. E Londra va avanti come un treno: la premier britannica Theresa May ha annunciato la pubblicazione di un Libro bianco con i piani del governo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. La May non ha precisato però se il documento sarà diffuso prima o contemporaneamente alla presentazione del progetto di legge che il governo sta preparando per consentire al Parlamento di avviare il processo formale di distacco dall’Ue. L’annuncio della premier è arrivato all’indomani della sentenza della Corte suprema di Londra, che ha bocciato il ricorso del governo riguardo al diritto di attivare l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona senza consultare il Parlamento.

Johnson e May: sulla Brexit andremo avanti

Notizia confermata anche dal ministro deputato: il governo britannico presenterà “a breve” un “progetto di legge chiaro” per consentire al Parlamento di avviare il processo formale di distacco dalla Ue. Lo ha detto il ministro per la Brexit, David Davis, intervenendo alla Camera dei Comuni dopo il pronunciamento della Corte Suprema sul diritto del Parlamento di essere consultato prima dell’attivazione dell’Articolo 50 del Trattato di Lisbona. Davis ha esortato i parlamentari ad approvare rapidamente il progetto di legge, per non “mortificare la volontà del popolo”, dopo il voto maggioritario con il quale lo scorso giugno è stata approvata l’uscita dalla Ue. Il ministro ha inoltre confermato che la scadenza di fine marzo fissata dal governo per attivare l’Articolo 50 “rimane” valida. “Andiamo avanti!”, Articolo 50 “entro fine marzo”, conferma in un tweet, il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, grande alfiere della Brexit, commentando la sentenza della Corte Suprema sul diritto del Parlamento ad essere consultato prima dell’attivazione dell’Articolo 50 del Trattato di Lisbona. “La Corte Suprema ha parlato. Ora il Parlamento deve realizzare la volontà del popolo. Attiveremo l’articolo 50 entro la fine di marzo. Andiamo avanti!”, scrive Johnson.

(foto Die Welt)

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