«Basta morire di malasanità»: la lettera di un figlio al ministro della Salute

25 Gen 2017 12:19 - di Valeria Gelsi
malasanità

Era andato al pronto soccorso dell’ospedale di Tropea accusando «un forte dolore alla pancia», dopo tre ore di attesa e un elettrocardiogramma con esito «anomalo», nonostante accusasse ancora i dolori, è stato dimesso ricevendo come terapia «una soluzione fisiologica e un farmaco anti ulcera». Poche ore dopo è morto. Ha i contorni del caso di malasanità quello che è successo ad Antonio Francolino, un uomo di 77 anni di Spilinga, in provincia di Vibo Valentia. Per questo il figlio Dario ha sporto denuncia e ha scritto una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, «perché vorrei evitare – vi si legge – che quello che è successo a mio padre possa capitare a un’altra persona».

La denuncia dei familiari e l’apertura delle indagini

Dopo la denuncia dei familiari alla questura di Vibo Valentia, sono state aperte le indagini ed è stata disposta l’autopsia sul corpo dell’uomo, il cui decesso è avvenuto intorno all’una e mezza di notte, dopo poco più di quattro ore dalle dimissioni. «Come può una persona che si sente male alle 17, dopo che si è affidato alle cure di un ospedale, morire da solo a casa 7 ore dopo?», ha chiesto nella lettera aperta Dario Francolino, Ceo dell’agenzia di pubbliche relazioni Axess public relations, che nella sua carriera si è occupato moltissimo di comunicazione medica e farmaceutica. «Si spendono miliardi nel mondo per aumentare di poco tempo la vita delle persone, in questo caso – ha commentato – abbiamo lasciato andare una vita senza preoccuparcene». 

Non un atto d’accusa, ma una richiesta di chiarezza

Dalla lunga lettera di Francolino traspaiono il dolore e lo sconcerto per una perdita improvvisa e difficile da capire, ma non rabbia. Non si tratta, dunque, di un atto d’accusa, ma di una richiesta di chiarezza sul perché non sia «stato rispettato un protocollo per cui se hai una sintomatologia devi essere monitorato e tenuto sotto controllo». «Io non ho nessuna prova che lui sia morto per inefficienza o negligenza dell’Ospedale di Tropea», ha chiarito Francolino, chiedendo però che le istituzioni facciano la propria parte, aiutando a sciogliere i dubbi che questa vicenda solleva. «Chiedo sia fatta luce fino in fondo su eventuali responsabilità senza dare pregiudizialmente colpe a nessuno», ha spiegato il figlio dell’anziano, ringraziando gli inquirenti e rivolgendo un appello al ministro perché invii degli ispettori

Il ministero «aiuti la magistratura a fare luce»

«Qualunque cosa sia successa quella notte e perché sia stata presa la decisione di non ricoverare mio padre deve essere spiegata», ha aggiunto Francolino, precisando che la chiarezza è un modo per «onorare la persona di mio padre», ma anche per affrontare un problema con cui purtroppo l’Italia si trova periodicamente a fare i conti. «Credo non serva ricordarle, Ministro, che da agosto ci sono stati già una decina di casi di malasanità», ha scritto ancora Francolino, chiedendo alla Lorenzin «di aiutare la magistratura a fare luce su quanto accaduto perché non accada più e di impedire a chi ha sbagliato di sbagliare ancora, causando tanto dolore».

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *