Abruzzo, madre e figlio estratti vivi ma in ipotermia dalle macerie del sisma

18 Gen 2017 19:27 - di Paolo Lami

Li hanno estratti vivi da sotto le macerie dell’abitazione dove vivevano in Abruzzo, a Castiglione Messer Raimondo, nel Teramano, fra il massiccio del Gran Sasso e il mare Adriatico. Un bambino e sua mamma travolti dall’edificio dove si trovavano in seguito al sisma in Centro Italia, sono stati estratti  dalle macerie, vivi ma in condizioni di ipotermia, a causa delle rigide condizioni invernali che attanagliano la zona.

Ma, poi, come spiegano i vigili del fuoco sul proprio profilo Twitter, la situazione si è complicata, probabilmente a causa del maltempo che sta flagellando l’Italia e, in particolare l’Abruzzo e le Marche. E, così, i vigili del fuoco, dopo aver caricato mamma e figlio su un elicottero Drago54 dei Vigili del Fuoco per essere elitrasportati in ospedale, hanno, poi, dovuto ripiegare, decidendo di proseguire via terra.

Intanto, in Abruzzo, su richiesta della Prefettura dell’Aquila, due cingolati BV206 dell’Esercito sono stati inviati, per il recupero di un ammalato in gravi condizioni, a Gabbia di Montereale e per il trasporto di un team dei Vigili del Fuoco a Piedicolle di Montereale, sempre in provincia de L’Aquila, per la verifica dei danni che una residenza per anziani avrebbe subito in seguito alle scosse sismiche di oggi.

Una donna incinta, che dovrebbe partorire nei prossimi mesi, si era rifugiata in una stalla in seguito al terremoto. E lì è stata raggiunta dai militari dell’Esercito che l’hanno salvata assieme ad altre sette persone rimaste isolate a Nommisci, una frazione di Amatrice: «Stiamo vivendo un’emergenza
nell’emergenza – racconta il capitano dell’Esercito Vittorio Martino – già da ieri sera avevamo iniziato a far fronte al problema neve ma oggi il nostro lavoro è stato intenso e prolungato e la situazione è in divenire».

La giovane donna incinta, come le altre sette persone, era rimasta isolata a causa delle intense nevicate che stanno flagellando le zone terremotate del Centro Italia. Ora i militari dell’Esercito stanno recuperando altre persone in Abruzzo, a Montereale e anche a Cornillo dove le nevicate sono state molto pesanti.

In tutto questo, secondo la Coldiretti, si sarebbe verificata anche una vera e propria strage di animali – bestiame, mucche, pecore e agnelli – poiché molte stalle, rese più fragili dal peso della neve, sono crollate. E altre strutture sono rimaste isolate, tanto che non è possibile garantire l’alimentazione.

A causa delle nuove scosse, nel Maceratese, a Sarnano, sono crollate due stalle con venticinque animali, fra mucchevitelli e una trentina di pecore.
A Gualdo, nell’azienda Beccerica sotto le macerie tra morti e feriti sono rimaste circa settanta mucche mentre nell’azienda Lai a crollare è stata la struttura temporanea dove gli animali erano stati sistemati per ripararli dalla bufera di ghiaccio, uccidendo venti tra pecore e agnelli.

Solo nelle Marche – conteggia la Coldiretti – si contano ora 600 mucche e 5.000 pecore al freddo nelle neve senza ripari. Un bilancio già critico che è destinato a salire ulteriormente aggravando la situazione degli allevatori.

Da giorni la cisterna non passa a ritirare il latte perché le strade sono ancora bloccate dalla neve. Ed è dunque importante l’intervento annunciato dell’Esercito per garantire la circolazione. L’azienda agricola Micarelli Gabriele di Accumoli non è raggiungibile e non riesce a dare da mangiare agli animali da giorni mentre in quella di Marco Terribile ad Amatrice è crollata la stalla già lesionata mentre quella nuova appena montata è irraggiungibile.

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