Via libera alla mozione salva-banche. Forza Italia e Ala votano sì, no di FdI

21 Dic 2016 12:51 - di Antonio Marras

Via libera alla mozione di sostegno al governo al decreto salva-banche o salva-rispamiatori, con il quale si provvede al salvataggio di 4 banche italiane in dissesto (Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, CariChieti). Ma dietro l’angolo c’è anche il possibile salvataggio di Mps, per un impegno di spesa, in termini di debito, pari fino a 20 miliardi di euro. L’aula della Camera ha approvato, a maggioranza assoluta, la risoluzione di maggioranza sulla relazione del Governo. La risoluzione è passata a Montecitorio con 389 sì, 134 no e otto astenuti. Anche l’aula del Senato approva la risoluzione con 221 sì, 60 no e tre astenuti, con il voto favorevole di Forza Italia e anche dei verdiniani di Ala.

Padoan: aperti alla collaborazione

«Il governo esprime parere favorevole alla risoluzione con la seguente proposta di integrazione del testo: ‘in un quadro di ampia condivisione dei provvedimenti attuativi con tutti i gruppi parlamentari», ha dettto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in aula alla Camera sulla risoluzione che autorizza l’aumento del debito a favore del sistema bancario. «Il governo – ha detto rispondendo a Forza Italia – cercherà la valutazione condivisa più ampia possibile delle misure». 

Sì di Forza Italia e di Ala

«È’ il momento di avere senso di responsabilità, per cui annunciamo il nostro voto favorevole», ha spiegato Antonio Azzollini, senatore di Fi, annunciando il Si del suo gruppo alla relazione del Governo per autorizzare un debito aggiuntivo fino a un massimo. «Ci atterremo ad un senso di responsabilità ed eviteremo ogni polemica che sarebbe anche giustificata. E’ in ballo la tutela del risparmio di centinaia di migliaia di italiani e anche la linfa del sistema bancario», ha aggiunto Azzollini ma “il nostro sì  è comunque condizionato al fatto che il Governo adempia tutti gli obblighi nell’iter della legge in futuro, nel pieno rispetto del Parlamento. Saremo rigorosi nel controllare che passo dopo passo, a nome del Parlamento, il governo rispetti tutti i suoi impegni». E i verdiniani? Non avevano detto di essere usciti dalla maggioranza? «Al di là della politica conta la difesa degli interessi nazionali quando sono minacciati, quindi bisogna essere conseguenti a un senso di responsabilità», ha spiegato Lucio Barani, senatore di Ala, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama.

Fratelli d’Italia ha votato no

Fratelli d’Italia ha votato contro la risoluzione del Governo Gentiloni che autorizza l’Esecutivo ad aumentare il debito pubblico fino a 20 miliardi di euro in più per salvare gli istituti di credito in difficoltà. «Hanno chiamato questo provvedimento “salva-risparmi” ma in realtà siamo davanti all’ultima marchetta pagata coi soldi degli italiani per tappare i buchi e i disastri commessi dagli anni da amministratori incapaci», dice Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. «Bocciate – ricorda – tutte le proposte di Fratelli d’Italia per correggere la risoluzione: no alla possibilità di prevedere delle limitazioni stringenti per quelle banche che ricevono aiuti pubblici, a partire dal tetto ai compensi per gli amministratori delle banche fallite o salvate, al divieto di erogare bonus e all’impossibilità di distribuire utili e dividendi per almeno 5 anni; no alla separazione tra le banche d’affari e le banche commerciali. Stessa sorte è toccata alla proposta di legge che abbiamo depositato per istituire una commissione d’inchiesta sul sistema bancario: da mesi giace nei cassetti del Parlamento e il Governo, il Pd e la maggioranza non hanno nessuna intenzione di discuterla». Secondo la Meloni, “hanno paura che gli italiani possano sapere che sono anche loro responsabili dei fallimenti delle banche e che hanno contribuito a mettere in ginocchio centinaia di migliaia di risparmiatori ma Fratelli d’Italia non si arrende e continuerà la sua battaglia contro questo Governo servo dei banchieri e delle lobby: anche per questa ragione il 22 gennaio prossimo chiameremo gli italiani alla mobilitazione per chiedere le dimissioni dell’Esecutivo e andare subito al voto”.

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