Tradisce la moglie e la ricatta per imporle l’amante: tunisino condannato

26 Dic 2016 12:51 - di Prisca Righetti
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Ci sono diverse forme di maltrattamenti in famiglia, e nel caso di un tunisino immigrato in Piemonte che stiamo per rivisitare, il protagonista della vicenda ne ha potuto sperimentare la varietà: e tutto a danno della moglie, la vittima costretta a subire il danno e la beffa, l’umiliazione del torto e i suoi inaccettabili risvolti. Un caso, quello in oggetto, che costringe ad ampliare il raggio della casistica penale e che, in quanto tale, contribuisce a riscrivere e aggiornare una parte del diritto.

Tradisce la moglie e la ricatta: tunisino condannato

Tutto comincia – come spesso accade nelle situazioni come quella che stiamo per descrivere – con un tradimento. Un tradimento, però, non segreto o rinnegato, anzi: letteralmente istituzionalizzato di fatto. Lui, il fedifrago di turno, è un tunisino ritualmente sposato nel proprio Paese, che però, immigrato in Italia, in Piemonte, ha iniziato e portato avanti nel tempo una convivenza stabile con un’altra donna, dalla quale ha anche avuto un figlio.  La moglie tunisina, insospettita da una serie di circostanze, e desiderosa comunque di ricongiungersi col marito, decide così di trasferirsi anche lei in Piemonte dove, una volta arrivata, preso atto della situazione ha cominciato a rivendicare i propri diritti di moglie. Alle vibranti recriminazioni, però, l’uomo non ha ceduto, replicando anzi che, se proprio non sopportava la situazione, poteva tornarsene in Tunisia da dove era arrivata, visto che diversamente non sarebbe riuscita a mantenersi. Ma lei, invece di fare armi e bagagli e tornarsene tradita e sconfitta a casa,  alla fine dell’agosto del 2013, decide di presentare la denuncia che, poi, ha dato origine al procedimento.

La sentenza della Cassazione che aggiorna la legge

Un procedimento nato da un ricatto – l’uomo aveva di fatto costretto la moglie a sopportare la relazione extraconiugale visto che, in caso contrario, le avrebbe imposto di tornare in Tunisia – ed è proprio con questa accusa che l’immigrato poligamo è stato condannato dalla Corte d’appello, a Torino, con una sentenza confermata nelle scorse settimane dalla Cassazione. E il reato per cui è stato riconosciuto colpevole è quello di maltrattamenti in famiglia: e per questo, quest’ultima pronuncia della Suprema Corte è considerata di un certo interesse per gli operatori del diritto, tanto che, negli ultimi giorni, la singolare sentenza è stata rilanciata dal quotidiano on line Responsabile civile“, specializzato in news di carattere giuridico. Una materia in continuo sviluppo e aggiornamento…

 

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