Ruggeri: «Avanguardia operaia mi contestò. E a Sanremo…» (video)

30 Dic 2016 14:14 - di Giorgia Castelli

«Una notte tappezzammo Milano di manifesti con la scritta “Concerto Punk con i Decibel”. Scegliemmo una discoteca – assolutamente ignara – vicino a Corso Buenos Aires solo perché era davanti alla terrazza di un mio amico… Fu il censimento di tutti i punk di tutta la Lombardia!» Enrico Ruggeri racconta in un’intervista a il Giornale l’esordio e gli aneddoti della sua carriera. «Arrivarono due cortei, Avanguardia Operaia e il Movimento Studentesco, che erano contro i punk perché vestivano di nero, avevano i capelli corti, non assomigliavano agli Inti-Illimani», dice Ruggeri. E poi ancora: «Ci furono scontri e feriti, arrivò la polizia. Il giorno dopo, in pagina nazionale, tutti i giornali d’Italia parlavano dei Decibel e un mese dopo ero in studio a fare il primo album. Fu un’entrata “futurista”, perfettamente in clima con i tempi, sfruttando le stranezze di quegli anni in cui se sbagliavi il paio di scarpe rischiavi la vita».

Ruggeri e Sanremo

Ruggeri ricorda anche il suo debutto a Sanremo con Contessa: «Anche quelli erano anni delicati, avevo le scritte sotto casa “servo del potere”, mi volevano menare! Peraltro sbagliavano loro, perché due anni dopo ci andò Vasco Rossi e poi ci andarono tutti, quindi Sanremo non era un tabù… da lì in poi la nostra vita cambiò». Il cantautore parla anche di uno spettacolo al Vittoriale avvenuto un paio d’anni fa. «È un posto fantastico che mi fa pensare a quanto siamo deboli in Italia nel difendere il nostro patrimonio. Un esempio: sono stato a Key West, un paesino più piccolo di Igea Marina, dove Hemingway ha bevuto quattro chupiti e due mojito. Ma sul nulla hanno costruito un impero! Noi abbiamo posti meravigliosi, ma la somma dei visitatori di tutti i musei italiani non sfiora quella dei visitatori del solo Louvre a Parigi».

Ruggeri: quanta poesia al Vittoriale

E infine: «Siamo un Paese che potrebbe vivere esclusivamente di turismo: monumenti, cibo, paesaggi… potremmo essere i primi nel mondo, ma siamo un Paese molto maldestro. Questo è quello che mi ha suggerito vedere quale bagaglio di storia, architettura, poesia ci fosse al Vittoriale, dove peraltro abbiamo fatto un concerto “tutto esaurito” con Ale e Franz».

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