Non bastano i raid russi per salvare Palmira dalla furia islamica: l’Isis è in città

11 Dic 2016 18:31 - di Annamaria Matticari

Palmira non riesce a essere liberata: dopo giorni di furiosi scontri, i jihadisti dell’Isis hanno ripreso oggi Palmira, anche se durante la notte erano stati costretti a ritirarsi dai bombardamenti dell’aviazione russa. Lo affermano l’Osservatorio nazionale per i diritti umani  e il Comitato locale di coordinamento dell’opposizione. L’Isis, tramite l’agenzia Aamaq, afferma di avere preso il controllo dell’intera città. L’agenzia siriana Sana parla invece di “intensi combattimenti in corso intorno a Palmira”. Il governatore della provincia siriana di Homs, Talal Barazi, ha confermato da parte sua che l’Isis ha ripreso oggi possesso di Palmira. L’esercito siriano, ha aggiunto il governatore parlando alla televisione Al Ikhbariya, si è rischierato fuori dalla città e “sta impiegando tutti i mezzi per impedire ai terroristi di rimanere a Palmira”.

A Palmira infuriano ancora i combattimenti

Continuano in alcuni quartieri periferici di Palmira gli scontri tra miliziani dell’Isis e l’esercito siriano, che la scorsa notte aveva respinto i jihadisti dalla città grazie all’aiuto dei raid russi. Secondo l’Osservatorio, i miliziani del Califfato si sono riorganizzati e sono tornati ad avanzare da nord-est. Il comitato locale dell’opposizione afferma che sono avanzati anche da nord-ovest riconquistando un sobborgo e il castello di Palmira. I combattimenti sembrano essere confinati in aree lontane dalle antiche rovine romane. Poche ore fa una serie di raid aerei russi hanno costretto i militanti dell’Isis a ritirarsi dal centro della città, poche ore dopo che l’avevano occupata per la seconda volta. Lo riferisce la Bbc News online citando fonti russe e attivisti locali, secondo le quali i jihadisti si sono ritirati alla periferia della città. Anche l’esercito siriano ha frattanto inviato rinforzi, apparentemente spostando truppe da Aleppo. L’Isis aveva preso il controllo di Palmira, dove si trova il più importante sito archeologico della Siria, nel maggio 2015, fino allo scorso marzo, quando è stato costretto al ritiro. Durante dieci mesi di occupazione, i jihadisti hanno compiuto distruzioni e atrocità tra le imponenti rovine romane, catalogate come patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

 

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