Il Mattarellum avvicina i “due Matteo”. Berlusconi pronto alle barricate

20 Dic 2016 13:18 - di Marzio Dalla Casta

Dice il saggio che quando il Palazzo almanacca sulla legge elettorale, per comprenderne in anticipo il punto di caduta bisogna seguire il democristiano. Un po’ come fanno i pm quando applicano il principio del follow the money (segui il denaro) per trovare il filo conduttore delle loro inchieste. Nel nostro caso il dc è Lorenzo Cesa, già alter ego di Pierferdinando Casini e oggi segretario nazionale dell’Udc. Cesa ha annusato l’odore del proporzionale ed è partito subito all’attacco: «Vogliamo il proporzionale con preferenze». Avrà pensato che se restaurazione della Prima Repubblica ha da essere, è meglio farla per intero. Soprattutto se si può spacciare il ritorno al passato come una slancio futurista: «Il Mattarellum è un sistema che andava bene per il passato. Oggi siamo in un sistema tripolare e non garantirebbe governabilità».

Cesa (Udc): «Proporzionale e preferenze»

Più chiaro di così. È di tutta evidenza che le preferenze hanno scarse possibilità di tornare, ma il Cesa-pensiero è indicativo per capire che a differenza di quanto accaduto nel recente passato, stavolta il ritorno al proporzionale è un’eventualità tutt’altro che remota. E questo spiega la fibrillazione che si respira nel centrodestra con la Lega di Salvini e i FdI-An della Meloni nella tricea scavata a difesa del Mattarellum e Berlusconi voglioso di inciucioni post-elettorali. Il sistema proporzionale suonerebbe come un rompete le righe di quel che resta del nostro bipolarismo muscolare: ognuno per sè e tanti saluti all’elettore una volta che ha votato. Salvini lo ha capito perfettamente e per questo si è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda di Renzi, che all’assemblea del Pd ha rilucidato i vecchi collegi elettorali.

Il Mattarellum non piace a FI: «L’Italia è tripolare, non serve più»

Potenza del Mattarellum ma la ruggine tra i “due Matteo” sembra essersi dissolta come d’incanto: «Renzi lo sentirò per gli auguri di Natale», ha annunciato tra il serio e il faceto il leader leghista da Radio Padania. Attraverso il suo capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, la Lega ha tentato di forzare la mano chiedendo la calendarizzazione del Mattarellum e sedute a oltranza anche nelle festività natalizie. Ma l’assalto è stato respinto. La presidente Laura Boldrini, secondo quanto riferito da Fedriga, «ha preso atto che non ci fossero le condizioni per esaminare la mozione». Tutto chiaro: il governo Gentiloni ha gli anni contati.

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