Mattarella chiude le consultazioni col dubbio: Renzi-bis o Gentiloni? (video)

10 Dic 2016 19:33 - di Monica Pucci

«C’è l’esigenza generale di una armonizzazione delle due leggi elettorali di Camera e Senato. Questa è condizione indispensabile per le elezioni»: è questo il paletto posto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno di chiusura delle consultazioni. Niente voto se prima non si mette mano a una legge elettorale valida per Camera e Senato, dice Mattarella, che ha annunciato una crisi di prossima e imminente risoluzione: «Mi auguro che il clima possa articolarsi e svolgersi con un rapporto dialettico, come è necessario, per la nostra democrazia, ma sereno e costruttivo», ha detto il presidente. 

La crisi è a un passo dal traguardo, ma…

Con l’entrata in campo dei partiti “big” alle consultazioni il presidente Mattarella ha finalmente nei suoi appunti prese di posizioni pesanti per chiudere in fretta questa strana crisi che vede sullo sfondo un Governo mai sfiduciato e una maggioranza solida. Ad un passo dal traguardo restano in piedi due opzioni: un Governo guidato da Paolo Gentiloni o una prosecuzione – con ritmi e paletti ben fissati – del Governo Renzi. In questo secondo caso al presidente Mattarella basterebbe respingere le dimissioni e rimandare l’attuale premier alle Camere. Una strada decisamente più lineare che accorcerebbe i tempi, darebbe continuità internazionale ed eviterebbe di aprire il pericoloso gioco della sostituzione dei ministri. Ecco quindi che i contatti Chigi-Quirinale si intensificano mentre Renzi “scannerizza” gli umori all’interno del Pd.

Una sfilata di big al Quirinale

Oggi sono entrati nella sede del Governo i ministri Padoan, Boschi, Martina, Calenda e Franceschini. Dalla mattinata di consultazioni il “Renzi bis” è stato citato – seppur in modi diversi – sia da Sinistra Italiana, che da Verdini e Alfano. Quel che è certo è che tutti vogliono cambiare la legge elettorale. Resta il nodo dei tempi. Se anche il Colle è ormai consapevole che non c’è margine – almeno in questa fase – di costruire un Governo di legislatura, Renzi continua a temere che possa iniziare una melina sul sistema di voto che rischia di trascinare l’Italia in una campagna elettorale da incubo, senza fine. Ecco perchè sottotraccia si parla molto di “Governo yogurt“, cioè in qualcosa che non esiste costituzionalmente. Un Governo con scadenza prefissata è impensabile, ma un Governo che abbia solo l’obiettivo di riformare le leggi elettorali e portare al voto sarebbe possibile. Resta da vedere se il Quirinale può in qualche modo fare da autorevole garante a un percorso di questo tipo. 

Nessun nome dal Pd

Nessun nome di possibili candidati premier sarebbe stato fatto, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, nell’incontro tra la delegazione dem ed il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Davanti alla constatazione che un governo di responsabilità nazionale non ha trovato sponda nelle consultazioni, il Pd si sarebbe detto disponibile alla soluzione che il Capo dello Stato indicherà per un esecutivo che porti alle urne il prima possibile. Ora tocca a Mattarella che potrebbe proporre il reincarico a Matteo Renzi che, però, secondo più fonti, resterebbe intenzionato a non accettare il bis. O puntare su Gentiloni. 

 

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