Hofer e la sua Austria: “Resta nella UE, ma basta al super-stato di Bruxelles”

3 Dic 2016 8:20 - di Redazione

Quando entrano gli spazzacamini, un’ondata di sorrisi attraversa la grande sala della Borsa di Vienna. Nei Paesi germanici portano fortuna, soprattutto se ci si tocca un bottone. Un contributo creativo per l’ultimo comizio di Norbert Hofer. Però che abisso, rispetto all’ultimo comizio delle presidenziali di maggio, quelle cancellate dalla Corte costituzionale per le inregolarità legate al voto postale, si legge su “la Repubblica“.

Hofer punta a vincere le presidenziali in Austria

Ieri il popolo di Hofer era radunato in un posto chiuso con i soffitti stuccati, i camerieri in livrea, le alzate con le delizie della pasticceria viennese e i cori della Carinzia. Sei mesi fa, il candidato dei populisti aveva arringato la folla nella piazza di un vecchio e fiero quartiere operaio, ormai infestato di teste rasate e tossici, aizzandola con slogan anti-islamici e anti-profughi. Adesso, con la crisi migratoria che si è allentata, anche il politico della Fpo sembra navigare verso il centro. Ha smorzato gli slogan più feroci, ha relativizzato le minacce più note, come quella di un’uscita dell’Austria dalla Ue. Lo dimostra anche quest’intervista con Repubblica, in cui spiega che l’Europa «non è finita», ma che deve cambiare, in cui sostiene che sui profughi «non si può lasciare sola l’Italia» e che «non bisogna chiudere le frontiere ma controllarle meglio». Hofer, poi, non è preoccupato per il referendum di domani. Non tutti, però, credono al “nuovo” e più moderato Hofer. 

Non ci sarà una Oxit

C’è molta apprensione attorno alla sua minaccia di una Oxit, di un’uscita dell’Austria dall’Ue. Lei ha detto che proporrà un referendum se l’Europa dovesse fare passi verso un’integrazione maggiore. Dobbiamo temere una Oxit? «No» Si parla molto, riferendosi anche al suo successo, dell’avanzata dei populisti. Si identifica con questa definizione? «A me piace una politica che si leghi di più ai cittadini del proprio Paese ma senza escludere rapporti con altri. A noi serve una politica razionale». Lei è molto critico con i profughi e nei mesi scorsi il governo austriaco — un po’ per rincorrerla — ha creato il blocco delle frontiere lungo i Balcani che ha provocato l’emergenza a Idomeni. Adesso i migranti ricominciano ad arrivare — e ad annegare — nel Mediterraneo. «Io penso che non possiamo lasciare sola l’Italia in questa situazione difficile. È molto complicato per l’Italia e la Grecia controllare da sole le frontiere. Anche qui l’Unione europea deve aiutare. Non a chiudere le frontiere, bensì a controllarle meglio». 

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