Giovane incinta morta: la madre per rabbia posta la foto del cadavere su Fb

1 Dic 2016 9:30 - di Gabriele Alberti

Facebook choc: Jenni Galloni, incinta al quarto mese, è morta a Bologna a 25 anni, in un appartamento che condivideva da alcune settimane con tre studenti. E’ la madre a mostrarla cadavere su un lettino, probabilmente dell’obitorio, pubblicando la foto sul profilo Facebook della figlia. Gesto di rabbia e choc, consegnato al mondo del social network. Le parole che accompagnano l’immagine sono un grido di disperazione lanciato alla rete.

Era incinta: la morte è un mistero

“Dopo che ho visto gente di merda…scrivere di mia figlia io ora voglio che VOI ve la ricordiate come purtroppo questa immagine non me la leverò mai dalla mente”. E ancora: “Ora non la potete più toccare con le vostre sporche mani con le vostre false parole con i vostri plagi… non la potete più invitare a far festa ai rave…”. In tanti condividono il post, in centinaia lo commentano. Molti fanno le condoglianze, alcuni criticano la donna per la scelta di esporre la foto, altri la capiscono e l’appoggiano, si domandano il senso della morte di una ragazza così giovane. Una morte che è ancora un mistero. La giovane, originaria della provincia di Bari, domenica era andata a dormire cercando di riprendersi dopo essersi sentita poco bene, qualche giramento di testa. I coinquilini le avevano invano consigliato di andare al pronto soccorso e di farsi visitare, vista anche la gravidanza. Lei ha risposto che stava un po’ meglio e ha augurato la buona notte. Lunedì Jenni non si è svegliata. Il ragazzo che l’ha trovata, dopo essere andato a chiederle se voleva qualcosa per pranzo, ha dato l’allarme al 118, che ha poi avvertito la Polizia.

Le accuse lanciate dalla madre

Nella borsa, insieme ai certificati medici, è stata trovata una piccola dose di marijuana, poco più di un grammo; la ragazza aveva avuto in passato segnalazioni amministrative per uso personale di stupefacenti. Domani il medico legale Federica Fersini farà l’autopsia, con gli esami tossicologici disposti dal Pm Stefano Orsi, che coordina le indagini della squadra mobile. Sul corpo, dal primo esame, non erano stati trovati segni di violenza. Ora gli investigatori hanno acquisito la pagina Facebook e non è escluso che sentano la madre, anche per approfondire il contesto in cui viveva la figlia e le accuse che ha lanciato. Anche chi sia il padre del bambino che Jenni aveva in grembo, è uno degli aspetti da chiarire. 

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