Video hard di Tiziana Cantone ancora su centinaia di siti. Appello al Garante della privacy

5 Nov 2016 19:09 - di Laura Ferrari

Archiviata la “vittoria” su Facebook, Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone – la 31enne di Mugnano (Napoli) morta suicida il 13 settembre dopo la diffusione sul web di video hard che la ritraevano – si prepara all’ultimo atto della “guerra” intrapresa nel nome della figlia per l’affermazione del diritto alla privacy nel mondo di internet. I suoi legali stanno infatti preparando un reclamo che sarà presentato la prossima settimana al Garante della Privacy e in cui chiederanno la rimozione definitiva di quegli url che riportano a siti in cui ancora oggi compaiono i video hot che ritraggono Tiziana. I legali Andrea Orefice (civilista) e Andrea Imperato (penalista) hanno scoperto che anche dopo la morte di Tiziana sono stati pubblicati su decine di siti sia i video che alcune parodie che prendono in giro la ragazza. «Sono almeno cento gli url – spiega l’avvocato Orefice – attraverso i quali è possibile accedere ai video che ritraevano Tiziana, ma anche a parti di video e a delle assurde parodie, segno della totale mancanza di umanità di certe persone. La signora Giglio – prosegue il legale dalla madre di Tiziana – è rimasta soddisfatta per la pronuncia del Tribunale civile di Napoli Nord contro un colosso come Facebook, perché sa che in futuro sarà più difficile per altre ragazze essere vittima della gogna mediatica subita da Tiziana, ma la sua battaglia è per la totale e definitiva rimozione sul web di ogni traccia che possa riportare a sua figlia. Per questo attiveremo il Garante, con l’indicazione nel reclamo degli url, chiedendo che li rimuova e ne inibisca la successiva pubblicazione. Gli indirizzi portano soprattutto a siti porno ma fino a pochi giorni fa anche a portali come Youtube».

Suicidio Tiziana Cantone: condanna per Facebook

Venerdì il Tribunale Civile di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa (Caserta), aveva dato ragione alla Giglio nella querelle contro Facebook, stabilendo che la società avrebbe dovuto rimuovere immediatamente, già nei mesi scorsi, in seguito alle pressanti richieste della ragazza, i link con i video hot e la pagine dedicate a Tiziana, senza attendere un preciso ordine dell’autorità. La pronuncia del Tribunale è arrivata in seguito al reclamo presentato ad agosto dalla multinazionale contro una prima ordinanza emessa dal giudice civile di Aversa, Monica Marrazzo, alla quale si era rivolta Tiziana quando era ancora in vita, e che aveva disposto l’ obbligo di alcuni social, tra i quali Facebook, a rimuovere video e commenti relativi alla 31enne. Sul fronte delle indagini penali intanto, in attesa che il Gip di Napoli decida se archiviare, come richiesto dal sostituto Alessandro Milita, l’indagine per diffamazione attivata dalle denuncia di Tiziana a carico di 4 persone, alla Procura di Napoli Nord guidata dal procuratore Francesco Greco, dove è in corso l’inchiesta al momento a carico di ignoti per istigazione al suicidio, sta preparando una rogatoria da inviare alla Apple perché sblocchi l’i-phone di Tiziana e consenta di risalire anche a immagini e messaggi andati persi.

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