Trump, aggressione degli eurocrati. Juncker: «Equilibri disturbati»

11 Nov 2016 17:24 - di Tito Flavi

Trump presidente, c’era da aspettarselo: prima poi sarebbe arrivata  la bordata dei poteri che si sentono minacciati dai suoi programmi in fatto di crescita, tasse e globalizzazione. E la bordata è arrivata . Il primo a sparare è stato il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. “È vero che l’elezione di Trump comporta dei rischi di vedere gli equilibri intercontinentali disturbati sui fondamentali e sulla struttura”, visto che “ho una lunga vita politica, ho lavorato con quattro presidenti Usa e ho constatato che tutto quello che si dice in campagna elettorale è vero un po’ per tutti purtroppo”: il capo degli eurocrati lo ha affermato  rispondendo agli studenti alla Corte di Giustizia a Lussemburgo. Trump “ha verso i rifugiati e gli americani non bianchi un atteggiamento che non riflette i sentimenti europei”. Si tratta di un attacco di inaudita durezza. “Con Trump perderemo due anni: il tempo che faccia il giro del mondo che non conosce”. Il livore di Juncker non risparmia nemmeno il popolo statunitense. “Gli americani in generale non hanno attenzione verso l’Europa”. “Riguardo a Trump, credo di capire che lui pensi che il Belgio sia un villaggio da qualche parte nel nostro continente… In breve, dovremo mostrargli e spiegare cos’è l’Europa”.

Non è certo da aspettersi che Trump si senta turbato più di tanto da questo attacco a testa basta del presidente della Commissione europea. Non sarà certo un eurocrate saccente a far cambiare idea al neo presidente americano. Però, dietro Juncker, si intravede chiaramente il profilo di quei circoli globalisti che tifavano per la Clinton. A innervosirli è soprattutto l’annuncio che Trump intende affossare il Trattato Trasatlantico (il Ttip), l’ennesima trappola volta ad aumentare l’influenza delle multinazionali e a indebolire il potere dei cittadini.

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