Sisma, Rampelli: «Stop alla burocrazia. Piena solidarietà al sindaco Pirozzi»

7 Nov 2016 15:06 - di Bianca Conte

Quello su cui non ha infierito il sisma, sta continuando a franare sotto l’onda d’urto della lentezza burocratica che, a giudicare dal grido d’allarme lanciato da Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice – uno dei paesi più colpiti dal sisma – sta facendo accumulare ulteriore polvere a quella scatenata dal cataclisma naturale. Per questo, a ridosso dell’Assemblea dei sondaci nell’Aula di Montecitorio, il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, ha dichiarato la sua piena solidarietà a Pirozzi e la sua amarezza nel riscontrare come «la lentezza della burocrazia, le procedure farraginose rischiano di scoraggiare le comunità locali più del terremoto»…

Rampelli: «Piena solidarietà al sindaco Pirozzi»

L’sos lanciato dal primo cittadino è stato allora ribadito e ulteriromente rilanciato dal capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli, che a riguardo ha dichiarato: «Ascoltare le parole di Sergio Pirozzi alla Camera è stato drammatico. Il senso di smarrimento che prova è condiviso. Sono passati oltre due mesi dalla prima terribile scossa che ha dilaniato vite umane e distrutto interi paesi. Quanto tempo deve passare ancora per vedere operai all’opera che sgomberano le macerie, riaprono strade, consolidano viadotti, puntellano monumenti? La seconda ondata sismica ha trovato il burro. Perché campanili, chiese e torri civiche ancora in piedi ma danneggiati non sono stati messi in sicurezza? Perché tutto è rimasto come il 25 agosto? Chi è responsabile di non aver agito, consentendo che la scossa della scorsa settimana tirasse giù tutto?».

Contro l’immobilismo causato dalla burocrazia

Interrogativi che si rincorrono e che aumentano – se possibile – la drammaticità della situazione. Uno stato di drammatico stallo dal quale – propone l’esponente FdI Rampelli – si potrebbe uscire dando «poteri straordinari ai sindaci: non c’è altra possibilità per avere interventi tempestivi che consentano di fronteggiare “il mostro”. Il governo modifichi in questo senso i suoi decreti legge individuando adeguati organi di controllo per garantire trasparenza, ma senza limitare l’azione urgente di cui i paesi colpiti hanno bisogno. Dai territori arrivano richieste che potrebbero essere evase in due giorni, ma la macchina delle autorizzazioni dissuade anche i più volenterosi. Renzi deve uscire dalle dichiarazioni di circostanza e stroncare quella burocrazia che finora ha impedito ogni intervento e rischia di fare più danni del terremoto. Convochi un tavolo istituzionale con le opposizioni e sradichi subito l’immobilismo di questi mesi», ha quindi concluso Rampelli, nella speranza che, tra muri di gomma burocratici e vetrine autocelebrative, la costruzione di solide basi per un tempestivo ritorno alla normalità possa conseguire quanto prima dei risultati.

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