Renzi ride, ma l’Italia è in deflazione: un macigno sui consumi di Natale

14 Nov 2016 13:43 - di Guglielmo Federici

Manovra e dati Istat parlano chiaro e inchiodano Renzi: la politica economica del governo è tutta sballata. L’Italia è tornata in deflazione dopo un aumento lieve dell’inflazione nel mese di settembre. Un dato fosco certificato dall’Istat, che ha rivisto le stime preliminari di una riduzione tendenziale dello 0,1%. Anche su base mensile, c’è stata una riduzione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo dello 0,1%. L’istituto di statistica osserva che i dati mostrano «nuovamente tendenze deflazionistiche dopo la ripresa (+0,1%) di settembre». La diminuzione dei prezzi – la cosa non viene mai spiegata dai media renziani- è una catastrofe, perché segnala una stagnazione, non una ripresa o una uscita dalla crisi. Tutt’altro. “Il cavallo non beve”, si dice in gergo economico. I consumi di Natale ora sono a rischio, perché il dato Istat “incrocia” la sfiducia dei lavoratori.

Istat, la ripresa è ancora lontana

I dati Istat che segnalano il ritorno della deflazione in Italia «stroncano i timidi segnali positivi accennati nei mesi passati, ma soprattutto dimostrano la necessità e l’urgenza di un intervento del governo per rilanciare l’occupazione e la domanda interna», stigmatizzano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, secondo cui «la ripresa si fa ancora più lontana e questi dati priproiettano il Paese nella profonda fase di stallo di cui è prigioniero da molto, troppo tempo». Per questo, sostengono, «si rende sempre più urgente una vera e propria scossa all’economia, in grado di aprire una nuova fase di sviluppo e di crescita, il cui primo passo è un serio intervento sul fronte dell’occupazione: attraverso l’avvio di un Piano straordinario per il lavoro». Federconsumatori e Adusbef insistono, inoltre, sulla necessità che «il Governo lavori per eliminare definitivamente l’aumento dell’Iva dal 10 al 13% e dell’Iva ordinaria dal 22 al 25% nel 2018 ed al 25,9% dal 2019. Aumenti che, per una famiglia tipo, comporteranno ricadute a regime di +782 euro annui». Il governo Renzi è ben lungi dall’ammetterlo.

Una spirale negativa, a rischio i consumi di Natale

Si fa sotto l’azzurro Renato Brunetta che torna ad attaccare Matteo Renzi sui conti pubblici: se l’italia è in deflazione, come fa Renzi a essere fiducioso su conti pubblici? “Saltano tutti. @matteorenzi e @PCPadoan irresponsabili”, aggiunge in un successivo tweet. le grandi città sono in deflazione. Milano è la prima città italiana per deflazione ad ottobre, con un calo tendenziale dei prezzi che raggiunge l’1,8%, rileva l’Istat, in un contesto in cui vedono il segno meno i prezzi di 14 grandi centri su 29 (erano quattro a settembre). Per quanto riguarda i cali dei prezzi nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome, Milano è seguita da Potenza (-0,6%) e Torino, Ancona, Roma e Palermo (-0,3% per tutte e quattro). A Genova emerge la diminuzione più contenuta (-0,1%). L’Italia va di male in peggio afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commentando le stime riviste dall’Istat: «Il Paese è stretto oramai da mesi nella morsa della deflazione, una spirale negativa che sembra senza via di uscita. L’andamento al ribasso dei prezzi, associato ad una scarsa fiducia delle famiglie, è decisamente un cattivo presagio per i mesi a venire: purtroppo si andrà verso la ‘gelata’ dei consumi di Natale, perché tutti gli indicatori economici ci dicono che non ci sono segnali di ripresa né sul fronte dei prezzi, né su quello delle vendite e della spesa. Il settore del commercio, quindi, dovrà purtroppo prepararsi al peggio».

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