Orrore a Brindisi, una romena di 27 anni partorisce due gemelli, poi li uccide

3 Nov 2016 11:08 - di Adriana De Conto

Una madre partorisce due gemelli e molto probabilmente la madre, Roxana Rapasu, li ha uccisi subito dopo averli partoriti  in una casa-garage di Ceglie Messapica (Brindisi). La donna, subito dopo, è morta a causa di un’emorragia. La scoperta del secondo neonato morto, avvolto in una traversa e chiuso in un sacchetto in plastica infilato in una busta piena di indumenti, è stata fatta oggi, sempre nella casa-garage. A due giorni fa risale invece il ritrovamento, al piano terra di uno stabile nel centro della cittadina del Brindisino, del corpo della badante rumena di 27 anni e del corpicino della sua bimba, trovato in una bacinella piena di acqua. La svolta investigativa risale a questa mattina: il medico legale, durante l’esame necroscopico sulla donna, ha individuato due cordoni ombelicali e ha fatto presente agli investigatori che la gravidanza non poteva che essere gemellare. L’autopsia sul secondo bimbo, di cui non si conosce il sesso e che è in stato di decomposizione, sarà eseguita domani.

L’autopsia: la bimba è stata annegata

Quanto alla gemellina, dagli approfondimenti medico legali, è stato possibile appurare che la piccola è nata viva, al termine dei nove mesi, e che l’unica ipotesi plausibile per spiegare la sua morte è l’annegamento. Gli investigatori, i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni, sembrano nutrire ormai pochissimi dubbi sulla ricostruzione dei fatti. Si sarebbe trattato di un duplice infanticidio, compiuto dalla ventisettenne nel garage adibito ad appartamentino in cui aveva chiesto di poter trascorrere qualche giorno, dopo che il resto della sua famiglia, che vi abitava, aveva fatto rientro in Romania. Anche Roxana stava per tornare a casa, la partenza era prevista proprio per lunedì, il giorno dell’orrenda scoperta in via Mameli. Nel locale è stata trovata una lunga lettera, di almeno sette pagine, che è stata sottoposta a sequestro per essere tradotta. I carabinieri hanno a lungo ascoltato persone a lei vicine. Le amiche, le colleghe. Stanno ricostruendo gli ultimi giorni, mesi, della sua vita. Pare che la gravidanza fosse rimasta nascosta. Intendono constatare, i militari dell’Arma, se la ragazza sia stata trascinata da qualcuno in uno stato di prostrazione tale da maturare il gesto. Sui due corpicini è stato disposto l’esame del Dna, per risalire alla paternità.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *