Manovra, sì alla Camera. Renzi: non è fatta all’Achille Lauro. No convinto dalle opposizioni

28 Nov 2016 16:26 - di Redazione

Via libera alla manovra da parte dell’aula di Montecitorio. Favorevoli 290, contrari 118.

Renzi: con questa manovra le tasse vanno giù

Matteo Renzi, a chi gli chiedeva se con la vittoria del No vi sia il rischio dell’esercizio provvisorio, ha risposto così: “Al Senato cosa accadrà? L’attività parlamentare va avanti. Il Senato ha tutto il tempo per chiudere in tempi ragionevoli la legge di bilancio. Il fatto di aver approvato prima del referendum il ddl alla Camera è un elemento di serietà che spero verrà apprezzata da tutti”. 

Poi ha difeso la legge di stabilità. “È ricca di buone notizie e non è all’Achille Lauro“. Il premier ha aggiunto che le tasse continuano ad andare giù: va giù l’Ires, via l’Irpef agricola, interventi sulle partite Iva.  Per la sanità – ha aggiunto – “le polemiche stanno a zero, c’è un aumento a 113 mld, due in più rispetto all’anno scorso. Più il fondo per la non autosufficienza che è 450 mln con un più 50 mln rispetto all’anno scorso”.  Nella manovra viene infine rifinanziato il “rinnovo contratti, su cui noi siamo pronti”. 

Manovra, le critiche delle opposizioni

Contro la manovra ha votato Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, annunciando il voto contrario, ha parlato di “entrate una tantum e coperture da verificare”. E si chiede “era necessario scomodare economisti e professori per poi presentarsi con una manovra con la quale si pagano in deficit le marchette elettorali”.

“Una manovra senza visione politica”. “Priva di qualunque slancio vitale per il futuro”. “Non può che avere risultati miseri”. “Un calderone di interventi non strutturali”. Queste le critiche rivolte alla manovra da Stefania Prestigiacomo che ha annunciato in aula il voto contrario di Forza Italia.

No convinto anche da parte della Lega. Roberto Simonetti (Ln) ha parlato di “illusione elettorale” e assistenzialismo penoso”. “E’ doveroso – ha detto – dire di no a questa legge di Bilancio”. Il deputato ha puntato l’indice sui 4 ml di euro stanziati per la lingua italiana all’estero. “Fa il paio – ha sostenuto – con i 4 milioni di italiani all’estero”. Simonetti è passato poi ad analizzare la Sanità.  “Tutte le ragioni perdono il controllo della Sanità tranne una, la più disgraziata”, ha detto riferendosi alla Campania “la regione che ha sfondato di tutto”. Ha poi accusato il governo di “sudditanza penosa e meschina da parte di un governo a un presidente di regione”. Tra i punti dolenti secondo il leghista anche “gli 80 euro per le forze di polizia”, che ha definito “piccola elemosina” perché “non sono strutturali”. 

 

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