Il maltempo non dà tregua. A Genova una frana minaccia i palazzi: 130 sfollati

27 Nov 2016 11:31 - di Bianca Conte

Non dà tregua il maltempo: dopo il Piemonte e i disastri siciliani, la monitorata speciale di queste ore torna ad essere la Liguria, e in particolare la città di Genova, dove una frana minaccia diversi palazzi, inducendo soccorsi, forze dell’ordine e addetti ai lavori all’evacuazione degli stabili: e al momento, solo in località Quezzi, si contano almeno 130 sfollati.

Genova, frana minaccia i palazzi: 130 sfollati 

Persone sfollate nel cuore della notte, a causa di una frana che minaccia alcuni palazzi sulle alture di Genova. Persone messe alla porta da una minaccia della natura sempre più incombente e pericolosa: a dare l’allarme ai vigili del fuoco sono stati alcuni abitanti, svegliati dal boato causato dal crollo di un muro di contenimento della collina. Gli edifici minacciati dalla frana si trovano in via Daneo e via Portezza, per questo, al momento, fanno sapere le autorità cittadine, sono almeno 60 le famiglie interessate dallo sgombero. Nel frattempo si apprende anche che già una settimana fa c’era stato un primo cedimento del terreno crollato la scorsa notte a Genova Quezzi e che ha costretto allo sgombero 130 persone. Lo smottamento era stato segnalato al Comune che è intervenuto per mettere in sicurezza l’area con operai, tecnici e mezzi. La frana c’è stata intorno alle 2, ma alcune ore prima un albanese che vive in via Daneo dove si trova uno dei tre edifici interessati dal crollo aveva udito il rumore causato da un piccolo smottamento: “Stavo guardando un programma in tv quando ho sentito un tonfo. Poi nessun rumore e non ho dato importanza alla cosa fino a quando non ho udito nella notte il boato che ha accompagnato la frana che ha portato via il muro”, ha detto ai soccorritori mentre aspettava di sapere dove poter passare la notte. E così, da verifiche sul campo si è evinto che sono 300 i metri cubi di terreno franati finora.

Dopo l’evacuazione soccorsi malati e anziani

Non solo: i detriti sono in parte finiti nel rio Fereggiano. Sul posto sono intervenuti, con i pompieri, uomini della Protezione civile, Polizia, Carabinieri e Vigili urbani. A Quezzi sono arrivate anche diverse ambulanze per assistere malati ed anziani. Per sfollare le persone sono stati utilizzati alcuni bus di Amt, l’azienda municipale del trasporto pubblico. Trentacinque persone hanno trovato accoglienza in un locale della parrocchia e in un circolo della zona, le altre si sono trasferite da parenti o amici. In mattinata saranno compiute verifiche sulla stabilità delle fondamenta dei palazzi per decidere se confermare l’abitabilità degli alloggi

Piene passate, in Piemonte si contano i danni

A onda d’urto attenuata. A piene passate, in Piemonte si piange una vittima uccisa dal maltempo e si passa alla conta dei danni. La grande paura di inondazioni ancora più disastrose è passata, certo, ma ora bisogna verificare cosa ha lasciato sul campo la devastante furia del maltempo, che ha distrutto strade, campi, case e negozi. E nel drammatico elenco delle conseguenze della violenta perturbazione, vanno aggiunte naturalmente le centinaia di persone ancora sfollate dalle proprie case, la maggior parte nella cintura di Torino, e si piange una vittima: è stato recuperato il corpo di Sergio Biamino, il settantenne di Perosa Argentina (Torino) travolto da un torrente in piena mentre andava a mettere in salvo i suoi cavalli. Il cadavere era stato trascinato chilometri a valle, nel fiume Chisone, dove l’hanno avvistato i Vigili del fuoco da un elicottero. Al Piemonte, come alla Liguria, sarà concesso lo stato d’emergenza, ma il grido d’allarme lanciato ancora una volta 24 ore fa dai sindaci liguri riecheggia drammaticamente nell’aria. “I danni sono elevatissimi”, ha ribadito Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, e il rientro a casa non è ancora possibile: tanto che i carabinieri hanno attivato il servizio di anti-sciacallaggio. I fiumi sono scesi sotto il livello di pericolo ovunque e “abbiamo tirato un sospiro” di sollievo”, ha sottolineato Rita Rossa, sindaca di Alessandria, dopo almeno 24 ore di grande apprensione per le piene di Bormida e Tanaro, che avevano costretto a evacuare, per precauzione, le abitazioni più vicine ai corsi d’acqua sempre più minacciosi. A Torino si è abbassato il Po, ma non è stato ancora possibile recuperare il relitto del battello turistico Valentina II affondato durante i tentativi di recupero. Lunedì la Città incontrerà l’azienda di igiene ambientale Amiat per varare il piano di pulizia straordinaria necessario dopo la piena dei fiumi che attraversano Torino e le fortissime piogge. E intanto, dalla conta dei danni non può non emergere che, tra i settori che hanno subito maggiori danni nella regione, c’è stata l’agricoltura. “I primi sopralluoghi dei nostri tecnici – spiega Delia Revelli, presidente regionale di Coldiretti – hanno evidenziato la perdita di migliaia di ettari di terreni, mentre serre e allevamenti sono andati distrutti o seriamente danneggiati. Chiediamo alla Regione Piemonte la convocazione di un tavolo urgente”. A Ceva, in Valle Tanaro, resta l’emergenza per l’acqua che non è potabile; le frane sono numerosissime, soprattutto sulle strade secondarie. La linea ferroviaria, poi, è interrotta su più tratte. Salvo nuovi aggiornamenti.

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