Berlusconi: «Trump sarà una sorpresa. E la legge elettorale va cambiata»

23 Nov 2016 18:46 - di Franco Bianchini

Va subito all’attacco, Silvio Berlusconi a Matrix. E nel mirino c’è tutto quel mondo del politicamente corretto – dai quotidiani agli opinionisti – che è sempre più lontano dalla realtà: «Financial Times e gli altri giornali americani non ne ha indovinata una, erano tutti per il no alla Brexit, per non parlare di Trump. Non hanno capito che Trump era un volto familiare e che era diventato uno di famiglia più di Clinton», dice subito Berlusconi. «Poi lui ha saputo parlare a quel ceto medio che è spolpato dal fisco che ha paura del futuro. Penso che avremo delle buone sorprese dal suo modo di governare, sull’economia è tornato alla politica liberale di Reagan».

Berlusconi racconta il suo viaggio a New York

Somiglianze tra lui e The Donald? «Direi di no, siamo due imprenditori che hanno smesso di fare il loro mestiere per fare qualcosa per il loro Paese», dice Berlusconi. Che parla del suo viaggio negli States: «I grattacieli di New York mi intimidiscono, sembri un granello di sabbia e la torre di Trump si inserisce molto bene, dà un senso di stabilità. Sono andato a vedere il musical, La lampada di Aladino. Mi era impossibile andare in giro per New York perché mi riconoscevano tutti e volevano fare dei selfie con me». Poi aggiunge ironicamente: «Io agli italiani dicevo “sono Berlusconi non Renzi”, ma loro lo volevano lo stesso». E nei tre mesi di convalescenza? «Sono andato a letto presto, sono stato circondato dall’affetto dei miei figli, mi è arrivato il decimo nipotino e questo è stato molto importante e poi ho seguito le indicazioni dei medici per la riabilitazione, mi sono fatto i muscoli di una volta. Nuoto un’ora, cammino, corro, faccio molta ginnastica in acqua e mi sento molto bene».

«In Medio Oriente errori imperdonabili»

«Per governare in Medio Oriente serve un dittatore, forse in Iraq bisognava sostituire  Saddam Hussein», dice ancora Berlusconi. «I paesi mediorientali sono tutti ancora con dei capi forti al comando, si possono chiamare anche re ma sono persone che non sono espressione di una democrazia. Aver sostenuto da parte degli americani e dell’Unione europea la primavera araba è stato un errore imperdonabile come far fuori Gheddafi». E i rapporti con la Russia? «Le sanzioni sono state un atto di masochismo». Un passaggio anche sui migranti: «Per chi ha diritto di stare qui bisognerebbe fare delle new town e trovare zone industriali dove queste persone sono obbligate ad andare a lavorare con l’obbligo di mandare a scuola i bambini».

Dalla fine del pericolo comunista al No al referendum

«Oggi il pericolo comunista non c’è più. Oggi siamo in una situazione tripolare – sostiene Berlusconi – con il centrodestra unito, il Pd e il Movimento Cinque Stelle. Occhetto? Era una delle persone più sagge ed equilibrate». Altra questione, il referendum: «C’è qualcuno che mette in giro a posta la storia del “ni”. Il mio è un no deciso e responsabile». «Noi avevamo collaborato alla riforma della Costituzione e alla legge elettorale ma Renzi voleva solo un abito su misura. Gli eventi sopraggiunti hanno fatto sì che questo vestito si adatti meglio a Grillo e questo perché Renzi aveva su di sé il 56% di fiducia che ora è scesa al 26%. Oggi tutti i sondaggi danno il Pd tra il 28-32% per cui non è più possibile vincere al ballottaggio. Se si votasse con questa legge elettorale ci troveremmo un uomo solo al comando che potrebbe essere il padrone dell’Italia e degli italiani, la deriva autoritaria è implicita in un referendum legato alla legge elettorale. Bisogna togliere il ballottaggio, fare il proporzionale che porta a un governo che rappresenta la maggioranza degli italiani». «È indispensabile sedersi al tavolo – conclude Berlusconi – per fare una nuova riforma e una nuova legge elettorale».

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