Assenteismo, caso record: non andava a lavoro da 3 anni. Chiesti 4 giudizi

26 Nov 2016 11:38 - di Giulia Melodia

Assenteismo, un caso davvero da record: la Guardia di Finanza ha scoperto a Barcellona Pozzo di Gotto (nel Messinese) un impiegato comunale dell’ufficio urbanistica che per due anni e nove mesi, dal 2012 al 2015, pur risultando presente, non si presentava mai sul luogo di lavoro. Un primato negativo, il suo, che batte tutti i furbetti del cartellino che negli ultimi anni, pur avendo dato prova di maestria assenteista e fancazzismo, di ingegnosità truffaldina e scarsa dignità professionale, non sono arrivati comunque alle vette raggiunte dal nostro impiegato comunale di cui si dà notizia.

Assenteismo, un caso da record

Un caso, il suo, per cui la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il dipendente in oggetto e per l’ex assessore, l’ex segretario generale e l’ex dirigente del settore urbanistica che, pur sapendo delle sue assenze, non sarebbero intervenuti. L’impiegato è accusato di truffa aggravata e continuata ai danni dell’ente locale e di abuso d’ufficio in concorso con le altre tre persone. Un’assenza in qualche modo giustificata, insomma, che però è finita nel mirino degli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle, iniziati dopo la segnalazione di un capo servizio del Comune il quale, lamentando al proprio dirigente il numero esiguo di personale a disposizione, ha scoperto l’esistenza, ma solo sulla carta, di un’ulteriore forza lavoro in organico: una persona di cui non conosceva neanche l’aspetto fisico. L’impiegato, infatti timbrava il badge, in entrata ed in uscita, allontanandosi immediatamente. In alcuni casi aveva anche presentato certificati medici.

Assenteismo organizzato e tutelato?

Un assenteismo organizzato, insomma, quello dell’ennesimo furbetto del cartellino, che probabilmente non avrebbe dato nell’occhio – come molti altri ancora latenti e non sbugiardati in chissà quanti uffici del Belpaese – se non si fosse rieterato per così tanto tempo. Una dilatazione da record, quella dell’assenza del dipendente  pubblico, che ha finito inevitabilmente per coinvolgere anche gli altri tre indagati – come sostenuto dalla Gdf  – incuranti delle continue segnalazioni trasmesse dal capo servizio e che, nonostante i compiti di vigilanza a loro demandati, non si erano mai attivati per porre fine alla situazione irregolare. Per tutto questo, allora gli indagati sono stati segnalati anche alla procura Regionale della Corte dei Conti per il danno erariale, per l’importo indebitamente percepito dal dipendente di oltre 64.000 euro. alla magistratura l’ardua sentenza…

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