Anche l’Ocse dà una mano a Renzi: «Se vince il sì l’Italia è più governabile»

28 Nov 2016 15:42 - di Giorgia Castelli

Dopo il Financial Times anche l’Ocse dà un aiutino a Renzi sul referendum. Nell’economic Outlook di novembre, l’Ocse scrive che il governo italiano sta compiendo «progressi sulle riforme strutturali, incluso nelle politiche sul mercato del lavoro,, nella pubblica amministrazione e nel sistema scolastico. La riforma costituzionale, oggetto di un referendum costituzionale a dicembre, sarà un passo in avanti nel processo di riforme e rafforzerà la governance politica ed economica» dell’Italia. «Se approvata – aggiunge l’organismo con sede a Parigi – la riforma costituzionale oggetto di un referendum a dicembre rappresenterebbe un passo in avanti, in quanto migliorerebbe il processo legislativo e chiarirebbe la ripartizione delle competenze tra l’amministrazione centrale e gli enti locali, che ostacola l’investimento pubblico e privato».

Ocse e referendum, le reazioni del centrodestra

Immediate le reazioni nel centrodestra. Su Twitter, la deputata di Forza Italia, Laura Ravetto: «L’Ocse dichiara che con vittoria del sì l’Italia sarà più governabile ma in realtà intendeva dire che sarà più controllabile…Da loro». Il senatore Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord, osserva: «Il Financial Times profetizza il fallimento delle banche in crisi se vincerà il no, l’Ocse profetizza disastri per la nostra economia se vincerà il no, nelle scorse settimane tutte le tre agenzie di rating hanno profetizzato disastri sui mercati se vincerà il no, il presidente della Commissione Ue ha invocato la vittoria del Sì per evitare una crisi politica in Italia…».

Referendum, Calderoli: l’Ocse definì la Brexit una tassa sul Pil

Calderoli puntualizza: «L’autorevole Financial Times a pochi giorni dal voto sulla Brexit, lo scorso 16 giugno, per sostenere il remain arrivava a definire il “leave” come un atto gratuito di autolesionismo, mentre l’Ocse lo definiva come “una tassa sul Pil”: risultato – dice Calderoli – i leave hanno vinto e l’economica britannica vola con una previsione di crescita quasi doppia rispetto a Francia e Germania. Vogliamo parlare delle presidenziali americane? Bene, l’autorevole Financial Times il 31 ottobre pubblica il suo endorsement per la Clinton titolando: “For all her weaknesses, Clinton is the best hope”, per poi aggiungere nel catenaccio “She is manifestly more competent than Trump”. La traduzione penso non serva…E dopo tutti questi granchi che hanno preso questi parlano ancora?».

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