Agguato a Molfetta, confessa il nipote: all’origine dell’omicidio futili motivi

28 Nov 2016 10:32 - di Fortunata Cerri

Agguato a Molfetta: arrestato Crescenzio Bartoli, di 43 anni, nipote della vittima. Antonio Andriani, di 54 anni, pregiudicato, è stato ucciso nella notte tra sabato e domenica e all’origine dell’omicidio ci sarebbero continue vessazioni che l’omicida avrebbe subito per futili motivi. Bartoli, incensurato, ha confessato all’una di notte, dopo un interrogatorio fiume, di aver ucciso lo zio di sua moglie. Lo avrebbe fatto per i dispetti, negli ultimi mesi diventati sempre più frequenti, che la vittima avrebbe messo in atto nei suoi confronti.

Agguato a Molfetta, il nipote della vittima confessa l’omicidio

Andriani avrebbe rubato a Bartoli le reti da pesca, umiliandolo più volte, e avrebbe minacciato di forargli gli pneumatici dell’auto. E proprio quest’ultima minaccia avrebbe convinto il nipote acquisito a farsi giustizia perché proprio poco prima dell’omicidio Bartoli ha trovato gli pneumatici della sua auto forati. Ha quindi raggiunto casa dello zio accompagnato dalla moglie, che non immaginava che il marito si recasse a casa del parente per ucciderlo. In sede di interrogatorio, Bartoli, accusato di omicidio premeditato, ha detto d’essersi procurato per caso la pistola con la quale ha ucciso lo zio trovandola nascosta in un muretto a secco di un casolare di campagna. Ad eseguire il provvedimento di fermo nei confronti di Bartoli, dopo indagini-lampo coordinate dal sostituto procuratore di turno Giovanni Lucio Vaira della Procura della Repubblica di Trani, sono stati i carabinieri della Compagnia di Molfetta.

 

 

 

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