Venezia, affiora cadavere in Laguna. Ma è giallo sulle cause della morte

10 Ott 2016 19:37 - di Redazione
comunali venezia

Un cadavere che affiora nelle acque della laguna di Venezia, le ferite di un’elica di imbarcazione sul corpo: sono gli elementi che avvolgono nel giallo la scoperta del corpo di un 42enne di origini lucane avvenuta nelle acque di Sacca Fisola, una delle isole della laguna. Piste che facciano pensare ad una morte violenta ancora non ve ne sarebbero. L’uomo, originario di Genzano di Lucania (Potenza), lavorava come barista in un locale di Venezia, il bar ‘Verde‘ di Calle delle Rasse, e viveva al Lido. L’unica cosa certa è che il decesso è dovuto ad annegamento; il medico legale ha riscontrato acqua nei suoi polmoni. Ma è tutta da ricostruire la dinamica della caduta in acqua: il barista potrebbe essere scivolato da una riva, o aver perso l’equilibrio per un malore. Sembra più azzardata, al momento, l’ipotesi che qualcuno lo abbia spinto in laguna. Sarà ora l’autopsia a dover fornire qualche elemento in più che indirizzi le indagini della polizia. L’affioramento del cadavere nella laguna di Venezia, è stata un’immagine scioccante per le persone in attesa su un imbarcadero di un vaporetto dell’Actv, che hanno subito dato l’allarme. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco, che hanno recuperato la salma dall’acqua, i medici del Suem e la polizia. L’identificazione è stata possibile grazie ai documenti che la vittima aveva ancora in una tasca dei vestiti. I segni dell’elica, secondo i primi accertamenti, potrebbero essere stati causati dal motore di una piccola barca da trasporto che non si era accorta del corpo nell’acqua. Ieri sera tardi l’uomo aveva salutato i colleghi di lavoro e si era avviato verso casa. Nella zona delle ‘mercerie’, vicino Piazza San Marco, era stato fermato da una pattuglia di carabinieri che aveva verificato i suoi documenti. Un normale controllo di routine, confermano dal comando dell’Arma, non dovuto ad altri motivi se non i controlli di sicurezza. Poi il barista aveva ripreso la sua strada. Che però non l’ha mai portato a casa, ma nelle acque fredde della laguna di Venezia.

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