Uccide la madre a coltellate, poi chiama la polizia e si consegna

17 Ott 2016 9:42 - di Martino Della Costa

Succede tutto in pochi, terribili istanti: una lite, molto probabilmente causata e esasperata dalla tossicodipendenza. Le urla. La tragedia: ed è così che in una drammatica domenica di ordinaria violenza, un figlio uccide la madre a coltellate: e sono state contate almeno dieci stilettate inferte sulla donna poi, come in un momento di lucida resipiscenza, quando il corpo esanime della vittima giace a terra privo di vita, l’uomo chiama la polizia e denuncia l’accaduto, consegnandosi.

Uccide la madre a coltellate, poi chiama la polizia

È acccaduto a Bologna, alla perfieria della città delle due torri, ma avrebbe potuto essere lo scenario di qualunque città dello Stivale in cui le perfierie sono abbandonate al degrado e alla microcriminalità. Una storia emblematica di quanto sta accadendo nelle aree più popolose dei nostri centri urbani, in quei quartieri dormitorio dove la sicurezza è sempre più un lontano ricordo. In quei sobborghi in cui può succedere, anzi, dove succede più spesso di quanto persino la cronaca non annoveri, come ieri, che un figlio arrivi a uccidere la madre con una decina di coltellate, nell’appartamento della periferia di Bologna che condivideva con lei. L’omicida è Maurizio Di Martino, 36 anni, a quanto pare con problemi di droga, ora in carcere con l’accusa di omicidio. La vittima, Patrizia Gallo, 52 anni, è stata trovata dai primi agenti intervenuti nella sala da pranzo di una casa Acer in via Caduti e dispersi in guerrazona Savena, colpita più volte con un coltello da cucina.

L’omicida telefona al commissariato e si denuncia

Questa la drammatica scena che si sono ritrovati di fronte gli agenti delle forze dell’ordine intervenuti in seguito alla chiamata effettiuata proprio dall’omicida che, dopo aver infierito sulla madre, ha chiamato la Polizia per consegnarsi. La telefonata alla Polizia del figlio è delle 21.30. Sul posto si sono recati anche il pm di turno Michela Guidi e il dirigente della squadra mobile, Luca Armeni. «Qui abbiamo un serio problema di droga, si spaccia in strada e anche in casa. È quasi ovvio che prima o poi succedano disgrazie del genere», ha detto un vicino al Resto del Carlino, che ha dato notizia dell’omicidio. Quasi ovvio: è vero. Ma pur sempre inaccettabile…

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