Scontro Roma-Bruxelles, ma mezza Europa è piena di debiti

26 Ott 2016 8:28 - di Redazione

Matteo Renzi lo ha ripetuto anche ieri davanti alle telecamere di Porta a Porta: «Di violazioni alle regole Ue ce ne sono tante: la Francia è da 9 anni sopra il 3 per cento, la Spagna ha un deficit doppio del nostro. Certo il nostro debito è cresciuto dello 0,1 mentre in altri Paesi molto di più, Germania a parte», si legge su “il Mattino”.

Deficit, mezza Europa ko

La lettera di reprimenda dalla Ue sui conti italiani è arrivata e con essa i previsti dubbi sulla quantificazione fatta da Pier Carlo Padoan sulla spesa per la ricostruzione post terremoto (il piano Casa Italia da 4,5 miliardi) e per l’assistenza ai migranti. Ma a ben guar dare non c’è soltanto l’Italia nel mirino dei guardiani del rigore di Bruxelles. Restando soltanto ai Paesi citati da Renzi, se Roma spaventa per l’immenso debito (nonostante il calo di agosto è saldamente sopra i 2.220 miliardi) ingestibile in caso di crack, Parigi terrorizza l’Europa per il suo cantiere di riforme mai portato a compimento. Madrid (con l’aggravante di essere senza un govemo da mesi) paga ancora gli alti debiti bancari, nonostante siano piovuti sulla penisola iberica 33 miliardi di incentivi comunitari per il salvataggio degli istituti locali. Proprio nel luglio scorso la Commissione ha annunciato di voler aprire una procedura contro Spagna e Portogallo per deficit eccessivo.

Anche la Francia e il Belgio nei guai

Con le presidenziali previste per l’anno prossimo (e con i sondaggi che danno in picchiata il presidente François Hollande) il governo di Parigi ha rifiutato l’input di Bruxelles di portare il disavanzo al 2,7 per cento, restando invece al 3,3. Quel livello sarà raggiunto soltanto tra un anno. Ma più che i numeri della Gauche Bruxelles teme le sue promesse elettorali: sgravi fiscali per circa 5 milioni di contribuenti che costeranno all’erario un miliardo di euro e nuova spesa per 7,4 miliardi di euro. Così è difficile crescere, come annunciato, dell’1,5per cento. Tra i Paesi che si sono visti recapitare una lettera di chiarimento sui conti pubblici c’è anche il Belgio. Il Paese si mantiene nel 2016 con le unghie sotto la soglia di guardia (ha garantito alla Commissione un deficit al 2,96 per cento), per dimezzare il tutto tra un anno. Ma sarà complesso centrare queste performance soprattutto dopo che gli ultimi attentati hanno dimostrato la vulnerabilità di questo Stato sul versante sicurezza e la necessità di maggiori risorse in un Paese dove il debito pubblico (al 105,8 per cento del Pil) ha le stesse dinamiche di contenimento che si registrano in Italia.

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