Scandalo a Caserta, 25 rinvii a giudizio per i furbetti del cartellino di una Asl

20 Ott 2016 15:33 - di Redazione

I furbetti del cartellino. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha chiesto il rinvio a giudizio per 25 dipendenti dell’Asl di Caserta, tutti in servizio presso il Distretto 13 di Maddaloni, per truffa aggravata ai danni dello Stato in relazione a numerosi episodi di assenteismo.

Rinviati a giudizio 25 furbetti del cartellino

La bufera giudiziaria nel distretto sanitario casertano scoppiò il 15 giugno scorso quando il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ordinò gli arresti domiciliari per nove dipendenti del distretto sanitario, tra cui un consigliere comunale di Valle di Maddaloni e due funzionari dell’Unità di medicina legale, accusati tra l’altro di aver falsamente attestato, in alcuni certificati di morte, la loro presenza presso le salme al fine di rilasciare la necessaria autorizzazione al seppellimento. All’epoca i carabinieri notificarono anche sette misure cautelari di sospensione dal servizio ad altrettanti dipendenti, “furbetti del cartellino”, appunto.

Il bitz alla Asl

Il blitz scattò nello stesso giorno  (ma con qualche ora di anticipo) in cui fu approvato il decreto attuativo della riforma Madia che prevede la possibilità di licenziare entro un mese i dipendenti fannulloni e i “furbetti del cartellino”. Uno scarto di poche ore che ha salvato i dipendenti dal licenziamento immediato; l’Asl di Caserta ha infatti avviato la procedura verso i 16 addetti raggiunti da misura cautelare ma ha dovuto utilizzare l’iter previsto dalla vecchia legge, che prevede termini più lunghi, pari a 120 giorni. Dalle indagini della Procura emerse come gli addetti del distretto si allontanassero dal posto di lavoro, senza segnalarne l’uscita, per dedicarsi allo jogging o allo shopping, oppure per accompagnare i figli a scuola, e come “si aiutassero” tra loro nel timbrare i cartellini marcatempo di altri colleghi assenti dal luogo di lavoro. Determinanti per inchiodare i “lavoratori infedeli” le telecamere installate dai carabinieri di Maddaloni, i pedinamenti e le analisi dei tracciati dei cartellini magnetici di riconoscimento. Per il danno all’Erario la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha inviato comunicazione alla procura regionale della Corte dei Conti.

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