Raccontò l’omicidio nei suoi romanzi, la Cassazione annulla la condanna

15 Ott 2016 11:50 - di Redazione
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È da rifare il processo a Daniele Ughetto Piampaschet, l’aspirante romanziere della provincia torinese, accusato dell’omicidio di una giovane prostituta nigeriana, sua amica, il cui corpo era stato ritrovato sul greto del Po, proprio come in un suo romanzo poi dato alle stampe. La prima sezione penale della Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Torino, che il 30 giugno 2015 l’aveva condannato a 25 anni e mezzo.

Un nuovo processo d’Appello

Si celebrerà, dunque, un nuovo processo d’Appello davanti a un’altra sezione della stessa corte torinese. «Ora è tutto da rifare, ma partiamo da una sentenza di assoluzione, perché in primo grado Ughetto Piampaschet era stato assolto», ha detto il suo avvocato, Stefano Tizzoni, aggiungendo che «sono stati due giorni terribili per lui ed è molto scosso, ma alla notizia si è commosso». Per l’uomo non era in corso alcuna misura cautelare se non il ritiro del passaporto.

I romanzi che raccontano il delitto

Il cadavere della giovane donna, Anthonia Egbuna, che aveva 20 anni, fu ripescato dal Po nel febbraio 2012, in avanzato stato di decomposizione. Ughetto Piampaschet, che all’epoca aveva 34 anni, si è sempre difeso sostenendo che Anthonia fosse stata punita per avere tentato di ribellarsi e uscire dal giro della prostituzione. L’uomo fu arrestato nell’agosto 2012, di ritorno da Londra, dove era stato volontario alle Olimpiadi, e ha passato un periodo in carcere, fino all’assoluzione in primo grado, il 9 aprile 2014, per non aver commesso il fatto. In appello l’istruttoria era stata riaperta e lo scrittore condannato. Alla base dell’accusa l’improvvisa cessazione di comunicazioni tra lui e la vittima dal giorno ipotizzato per il delitto; la presenza di sangue della vittima sui sedili di una delle sue automobili; i due romanzi, La rosa e il leone e Il braccialetto di corallo, ritenuti dall’accusa precedenti il delitto e da considerare come una confessione extra-giudiziale, anche se nel manoscritto del primo libro, che fu sequestrato all’epoca in casa della vittima, si parlava di un omicidio a colpi di fucile, mentre la vittima fu accoltellata. Ora un nuovo processo riaprirà il caso.

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