Nipotino salvato dai medici del Gaslini: il nonno dona 800.000 euro all’ospedale

1 Ott 2016 15:16 - di Martino Della Costa

800.000 euro per dire anche più di 800.000 volte grazie. Grazie per aver curato e salvato un bambino sopravvissuto a una prognosi infausta fattagli quando aveva appena due anni. Grazie per aver annientato un tumore al cervello e aver dato nuova linfa vitale alla speranza. Grazie per aver trasformato un male in un bene – quella particolare patologia tumorale maligna è più frequente nell’infanzia –: un bene prezioso che la disponibilità economica messa in campo da un benefattore ha permesso di elevare all’ennesima potenza: perché il sontuoso benefit dell’imprenditore di Verucchio (Rimini) di 72 anni ha permesso la formazione di una squadra di neuro-oncologia specializzata nel medulloblastoma. Una equipe di professionisti che, chissà, a corto di mezzi, di fondi e di spazi, oggi avrebbe potuto anche essere altrove. Se un uomo speciale, alle prese con una situazione personale così estrema, non avesse così generosamente corrisposto al risolutivo operato dei medici…

Imprenditore dona 800.000 euro al Gaslini di Genova

Eppure, «non mi ritengo una persona speciale. Spero solo che il mio gesto arrivi al cuore di qualcuno e che possa emularmi», ha commentato l’imprenditore, le cui gesta generose – e il dolore da cui sono scaturite – sono state raccontate da Il Secolo XIX. E allora, secondo quanto riferito dal quotidiano genovese, l’incontro tra l’imprenditore e il Gaslini risale a cinque anni fa. «Avevano diagnosticato a mio nipote, figlio di mia figlia, un tumore cerebrale. All’ospedale di Bologna ci avevano detto che restava poco da fare. Ci siamo rivolti al Gaslini e per otto mesi abbiamo vissuto a Genova. Da allora sono passati cinque anni: mio nipote frequenta la seconda elementare ed è un bambino felice», racconta l’uomo nel colloquio giornalistico.

Una donazione elargita «a scatola chiusa»

Maria Luisa Garré è il medico che ha curato il bambino. «Abbiamo capito che il piccolo aveva un tumore che potevamo sradicare con una chemioterapia molto forte che poteva portare complicanze, ma con la possibilità di essere efficace in poco tempo». Ed efficace, la terapia scelta per questo delicatissimo caso, lo è stato davvero, ma va ricordato che l’imprenditore ha fatto una prima donazione di 500 mila euro quando la situazione del nipote era ancora definita incerta. «Eravamo rimasti comunque colpiti dalla grande umanità trovata al Gaslini. Così ho deciso che quei soldi dovevano servire a migliorare il capitale umano dell’ospedale assumendo medici competenti. Ho nominato un comitato di controllo per verificare il buon uso del denaro. I soldi sono stati spesi bene, così ho donato altri 300 mila euro a scatola chiusa». Sono serviti ad assumere un chirurgo oncologico, una neuroradiologa che rischiava di dover andare a lavorare all’estero e una psicologa.

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