Ancora morti al largo della Libia: annegano in 90, ma per la Ue è tutto ok

27 Ott 2016 14:22 - di Bianca Conte

Libia, a dare l’ultimo drammatico aggiornamento del bollettino del naufragio dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano 126 persone, avvenuto nelle scorse ore al largo delle coste libiche – davanti a Tajoura, a est di Tripoli – ha provveduto lo stesso portavoce ufficiale della Marina libica, Ayoub Kassem, che ha confermato che sarebbero almeno 90 i migranti morti nel tentativo di affrontare il mare: quegli stessi 90 dati fino a poco fa per dispersi. Altri 29 di loro, invece, sono stati salvati. Non solo: il portavoce ufficiale della Marina Libica, Ayoub Kassem, ha reso noto che i 29 migranti, tratti in salvo ieri davanti alle coste libiche nell’ennesimo naufragio di un barcone, sono stati «avvistati da una petroliera che si trovava al momento sul luogo della tragedia. Poco dopo è giunta la Marina libica che ha preso in consegna i sopravvissuti». Il colonnello Kassem ha aggiunto che «non sono state effettuate operazioni in alto mare per cercare eventuali migranti in quanto la Marina libica non dispone di mezzi adeguati».

Ancora morti al largo della Libia: 90 migranti annegati

Ancora una tragedia del mare. Ancora migranti pronti a sfidare condizioni meteo avverse e difficoltà di ogni tipo pur di attraversare il mediterraneo e approdare sulle nostre coste, o su quelle della Grecia. E intanto l’Europa lascia i suoi paesi membri nella più sconcertante solitudine. Nel marasma più totale. Nell’indifferenza che colpisce tutti: gli immigrati che si dovrebbero accogliere e gli abitanti dei paesi ospiti, paesi allo stremo della forze e ormai da tempo oltre il limite della pazienza possibile; paesi in cui le strutture deficiano e quelle esistenti sono al collasso endemico da tanto. Troppo. Ma tant’è: ancora una volta ci si ritrova a registrare, impotenti e indignati la morte di altre vittime dell’ennesimo naufragio: migranti finiti in mare durante l’ultima traversata partita dalla Libia, affrontata nonostante le cattive condizioni meteo e la scadente qualità dei gommoni sui quali uomini, donne e bambini erano stati imbarcati e ammassati.

Tutto nel silenzio di Bruxelles

E così, il racconto dei supersistiti che nonostante tutto riescono a sbarcare, aumenta ad ogni nuovo dettaglio la portata dell’orrore: un orrore che rivive ad ogni testimonianza di quei superstiti, arrivati – per esempio – due giorni fa al porto commerciale di Augusta, e resa al personale del Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina. In totale 339 migranti e un cadavere, prevalentemente subsahariani, recuperati da tre gommoni e accompagnati dal mercantile danese Maersk Edward. In particolare 284 uomini, 25 donne e 31 minori non accompagnati. Diversi migranti sono stati trasferiti in ospedale per curare le ustioni così come molte donne in stato interessante. Tutti ricoverati all’ospedale di Lentini. Gli investigatori coordinati da Carlo Parini hanno fermato tre presunti scafisti: due senegalesi del gommone di 129 migranti e un sudanese del gommone di 114 migranti che erano partiti la notte tra sabato e domenica scorsi. Sono accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e sono stati trasferiti nella casa circondariale di contrada Cavadonna a Siracusa. Grazie alle testimonianze gli investigatori hanno acquisito elementi sugli organizzatori libici, che operano a Sabrata (Libia), del viaggio clandestino. I migranti avrebbero pagato ciascuno un prezzo che oscilla da 800 a 1500 dinari libici. E ognuno paga, chi si mette in viaggio,e  chi è obbligato ad accogliere, il suo tributo all’immigrazione clandestina e all’inadempienza della politica di Bruxelles.

 

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