L’America profonda non tradisce Trump. A vuoto gli attacchi della Clinton

10 Ott 2016 13:25 - di Marzio Dalla Casta

Non è messo poi così male Donald Trump, se l’intero establishment mediatico-finanziario ha deciso di scaricargli addosso tutto il proprio arsenale di potenza. Se fosse con le gomme così a terra – come pure azzardano i soliti bene informati – non ce ne sarebbe bisogno: Hillary Clinton si dedicherebbe all’illustrazione del proprio programma spiegando la ricetta con cui  intende rafforzare e rilucidare una leadership mondiale alquanto opacizzata da Barack Obama senza indugiare sui peccati fiscali del suo competitor o senza stare lì a rimestarne le sortite più o meno stupide e infelici, con il dichiarato obiettivo di aizzargli contro le vestali del mainstream del politicamente corretto.

Sulle donne la Clinton dimentica il passato del marito

Trump può risultare urticante e antipatizzante, ma se la sua candidatura fosse davvero «ridicola e grottesca» come dicono i media di mezzo mondo, la Clinton l’avrebbe già smascherata come tale davanti agli americani con tanti saluti alla temutissima “pancia del Paese”. Le cose non stanno così. Anzi, ad apparire ora «grottesca e ridicola» è proprio la favorita, l’ex-first lady. La sua insistenza sulla presunta misoginia di Trump, le sta già rimbalzando in faccia con la forza di un boomerang. Che credibilità ha la Clinton nel momento in cui tenta di impiccare il rivale ad una frase sulle donne, certamente sprezzante ma vecchia di undici anni, quando il proprio marito ha intrattenuto da presidente rapporti intimi con una stagista all’interno della Casa Bianca e in passato è stato più volte denunciato per violenza sessuale? Davvero qualcuno immagina che gli americani non si stiano ponendo la stessa domanda senza impiparsene più di tanto di quel che pensa Robert De Niro o lo starsystem di Hollywood o quelle cariatidi repubblicane atterrite dalla sola idea di veder attaccata alla pareti degli uffici la foto presidenziale di un miliardario così “impresentabile”?

Gli attacchi a Trump non condizionano l’opinione pubblica

Ecco, la forza di Trump il “cattivo” sta proprio qui, nel buon senso che spinge milioni di anonimi cittadini a non farsi irretire più di tanto da quei paroloni dotti e trasudanti indignazione che molto spesso coprono interessi a volte anche inconfessabili. La Clinton si tenga pure stretti i sondaggi della Cnn e l’appoggio convinto dei giornali che contano. Ma è la prima a sapere che non sarà certo Wall Street a sconfiggere l’America profonda.

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