Allarme di Italia Nostra, 40 siti a rischio: ecco la “lista rossa”

21 Ott 2016 10:37 - di Augusta Cesari

Dalla Fabbrica Alta di Schio nel Vicentino alle Torri costiere di Sinis Cabras in Sardegna, dalle le Scuderie di Villa Ada Savoia a Roma al Borgo di Fogliano a Latina e al tempio di Apollo nell’area archeologica della città antica di Teano. Beni meravigliosi ma insieme fragili che sono entrati nella lista rossa di Italia Nostra. Sembrava, un tempo,  che il disastro italiano si identificasse con il sito di Pompei, che perdeva pezzi ai tempi dei governi di centrodestra. Ora che a perdere pezzi sono ben 40 siti italiani, nessuno si scandalizza, anzi pochi, pochissimi, sono messi al corrente di uno sbriciolamento progressivo del nostro patrimonio. Senza il lavoro di Italia Nostra e di altri sparuti istituti che si mettono a compilare elenchi di siti che potremmo perdere del tutto, il tutto cadrebe nell’indifferenza. I maggiori media, che magnificano le glorie ipotetiche del renzismo, non si sognano minimamente di montare dei “casi” politici. All’epoca di Pompei sembrava che dovesse crollare tutta l’Italia assieme alla stanza dei Gladiatori. Ora che i siti a rischio non sono uno solo ma almento 40,  tutto bene. Italia a rovescio.

Attraverso le 200 sezioni presenti da Nord a Sud d’Italia l’associazione Italia Nostra ha avviato la seconda edizione della mappatura (la prima risale al 2011-12) per misurare lo stato di salute in cui versano beni artistici e architettonici, beni comuni o paesaggi in abbandono o bisognosi di tutela, siti archeologici meno conosciuti, centri storici, borghi, castelli, palazzi, chiese, singoli monumenti in pericolo. La nuova lista, che sarà costantemente aggiornata, parte con oltre 40 siti “in pericolo” da curare, conservare o valorizzare e riconsegnare alla popolazione.

Una App per segnalare i siti degradati

“Il nostro impegno nel proseguire con la Lista Rossa – dichiara il presidente Marco Parini – è l’impegno di coloro che non vogliono che tanti monumenti, per nulla minori, identitari della nostra cultura, cadano nell’oblio. La conservazione è il presupposto fondamentale per la memoria di luoghi e persone”. Novità della seconda edizione è l‘App Lista Rossa (realizzata da Italia Nostra in collaborazione con mediaGEO, editore della rivista Archeomatica) che permetterà di raccogliere le segnalazioni di cittadini attenti e responsabili. Basterà scattare una foto con il proprio smartphone e inviare la scheda.

Ecco i 5 siti a grande rischio della lista rossa

Teano- (Caserta)  Area archeologica della città antica- Teatro e Tempio di Apollo –  Il complesso è in area pubblica e di proprietà dello Stato, attualmente gestito dal Polo museale della Regione Campania. La mancanza di fondi ne sta determinando il tragico declino. Nessuna manutenzione ordinaria al monumento, tanto da obbligarne la chiusura al pubblico.

Schio (Vicenza) – Fabbrica Alta  – Progettata dall’architetto belga Auguste Vivroux ed eseguita sullo stile di quelle belghe e inglesi”, si sviluppa all’interno dell’area Lanerossi. La proprietà è del Comune di Schio. L’accessibilità è limitata all’autorizzazione del Comune.

Roma. le Scuderie reali di Villa Ada Savoia – Dopo Villa Doria Pamphilj è il secondo più grande parco pubblico di Roma.Il complesso delle Scuderie Reali dentro la villa comunale doveva ospitare parte della grande collezione di giocattoli che l’amministrazione , non si fece più. Oggi l’edificio è in completo stato di abbandono e degrado.

Sardegna- Sinis Cabras – Le Torri Costiere – Le torri lungo le coste sarde rappresentano elementi di grande valore storico-architettonico. Gran parte di queste versano in condizioni molto precarie e sono necessari interventi di consolidamento senza i quali rischiano di crollare.

Latina- Borgo di Fogliano – Il bellissimo sito è frequentatissimo dai cittadini di Latina, ma la Villa e il Giardino sono in degrado totale e il Casino Inglese, dopo un restauro iniziato nel 2003 e mai terminato, è inutilizzato. A oggi non risulta chiara l’utilizzazione di questo splendido sito, né chi debba emanare un bando per la sua gestione.

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