Università: la protesta contro il numero chiuso s’allarga a macchia d’olio

6 Set 2016 16:50 - di Paolo Sturaro

Università nel fuoco delle polemiche. «Non solo inefficaci, ma anche dannosi», «una violazione del diritto allo studio». Le associazioni studentesche da tempo chiedono l’abolizione dei test d’ingresso e anche quest’anno, in occasione della prova d’accesso a Medicina e Odontoiatria, hanno fatto sentire la loro voce, a cominciare da un blitz notturno davanti alla sede del Miur a Roma e dall’affissione di cartelloni e striscioni con sopra scritto Chiuso – il numero chiuso chiude gli ospedali agli ingressi dell’Umberto I di Roma e del Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Sit in davanti ai principali atenei e flash mob alla Sapienza dove due improvvisati buttafuori selezionavano i candidati in base a «segno zodiacale e colore di capelli».

 L’università destinata a impoverirsi

Davanti a una drammatica riduzione degli studenti che si iscrivono all’università – il succo della protesta – il Ministero risponde nel peggiore dei modi: i bandi contengono elementi peggiorativi rispetto al passato, come la diminuzione sostanziale dei posti disponibili (se ne perdono più di 1000, di cui 300 a Medicina) e la chiusura anticipata delle graduatorie al termine del primo semestre, lasciando immaginare che questo comporterà un’ulteriore riduzione dei posti. Sul fronte della protesta si schiera anche il sindacato dei medici dirigenti (Anaao Assomed.

Il Codacons sui test di ammissione all’università

Il Codacons invita a guardare Oltralpe: «I test di ammissione all’università non hanno alcun rapporto con il reale fabbisogno di medici e dentisti nel nostro paese, ed esistono solo perché le università italiane non possono accogliere tutti gli studenti che ne fanno richiesta. I test – spiega il presidente Carlo Rienzi – vanno aboliti, e occorre adottare un modello analogo a quello francese, dove la selezione avviene in modo naturale e nel primo anno di università. In Francia infatti le matricole del corso di medicina devono finire il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami: così facendo la selezione avviene sulla base di reali meriti e non sulla base di una prova spesso irregolare e priva di ogni senso logico».

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