Taranto, ufficiale di Marina arrestato per tangenti insieme a un sindaco

15 Set 2016 14:20 - di Paolo Lami

Era stato inviato lì dalla Marina Militare dopo gli arresti che si erano succeduti, per rimettere ordine nell’ufficio travolto dalle inchieste. Ma Giovanni Di Guardo, capitano di vascello e direttore di Maricommi Taranto, è stato arrestato, anche lui, nella tarda serata di ieri dalla guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti pagate da imprenditori per forniture e appalti, già sfociata nei mesi scorsi nell’emissione di altri provvedimenti restrittivi. All’alto ufficiale, inviato nella sede del Commissariato della Marina militare jonica dopo gli arresti precedenti effettuati dai carabinieri e richiesti dal sostituto procuratore della Repubblica Maurizio Carbone, e ora precauzionalmente sospeso dall’impiego, viene contestato di aver intascato una tangente per alcuni appalti nel suo ufficio.
Di Guardo, infatti, è stato arrestato proprio mentre intascava una tangente di 2500 euro consegnatagli dall’imprenditore Vincenzo Pastore – anche lui finito in carcere – sindaco di Roccaforzata, in provincia di Taranto, e presidente della società cooperativa Teoma che già nel 2012 si era aggiudicata un appalto della Marina Militare di 630.000 euro per servizi di manovalanza occasionale e urgente.
I due sono stati fermati dalla guardia di Finanza in un appartamento di proprietà di Pastore proprio mentre avveniva il pagamento: la somma sarebbe stata l’acconto di una tangente per l’aggiudicazione di un appalto da 11 milioni di euro inerente il servizio di pulizie, peraltro non ancora assegnato.
La Marina militare ha poi spiegato che l’ufficiale è stato, dapprima, posto in stato di fermo dai finanzieri, fermo che, successivamente, è tramutato in arresto dal magistrati.
«La Marina militare – fanno sapere dall’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione – ribadendo il proprio pieno sostegno all’azione della magistratura, ha incrementato al proprio interno le attività ispettive e di controllo finalizzate a prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione per garantire la massima trasparenza e a salvaguardia del personale che presta quotidianamente servizio con spirito di sacrificio e senso dello Stato, compiendo il proprio dovere anche a rischio della vita».
Sul suo profilo Facebook, Di Guardo, che ha, alle spalle, una prestigiosa formazione anche in Università estere, fra master e lauree in scienze politiche, elenca con un certo soddisfatto puntiglio quelle che sono le sue passioni: dallo champagne Dom Perignon millesimè al wisky Lagavulin, dall’abbigliamento Armani agli orologi Rolex, fino alle costosissime scarpe britanniche Church’s e alle macchine, rigorosamente Porsche.

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