Nuova provocazione di Charlie Hebdo: la querela di Amatrice non ci fa paura

13 Set 2016 12:21 - di Alessandra Danieli

Non ci fa paura. Così il direttore di Charlie Hebdo, Riss, all’anagrafe Laurent Sourisseau, ha reagito alla notizia della querela contro la testata satirica depositata al Tribunale di Rieti dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. «Ci sono state tante dichiarazioni, la denuncia aspettiamo di vederla, vediamo di che si tratta. Ma non ci fa nessuna paura, di vignette come questa ne abbiamo fatte a decine, è una come un’altra, di umorismo nero». Parola del vignettista e direttore della rivistache, all’indomani del terremoto che ha raso al suolo Amatrice, ha pubblicato due vignette vergognose che ritraevano (la prima) le vittime del sisma in modo tale da somigliare a  piatti della tradizione culinaria italiana attribuendo alla mafia la devastazione del centro Italia.

Charlie Hebdo: Amatrice non ci fa paura

Ospite della radio France Inter, Riss rispondendo a una domanda sulla denuncia del Comune di Amatrice ha detto candidamente di trovare «completamente sproporzionato tutto questo chiasso per una vignetta». Il Comune di Amatrice ha depositato una denuncia-querela per diffamazione aggravata relativa alle vignette di Charlie Hebdo. L’atto è stato presentato dall’avvocato Mario Cicchetti, in qualità di legale del Comune colpito dal sisma del 24 agosto. «Si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale – ha spiegato alla stampa Cicchetti – la critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia sia in Francia, ma non tutto può essere satira e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice».

Riss difende le sue vignette: la morte non è tabù

Per nulla pentito del fuor d’opera che in Italia ha scatenato un’ondata di sdegno e di critiche (salvo il plauso di qualche anima bella che continua a inneggiare al settimanale satirico vittima dell’attentato del 7 gennaio 2015), il direttore ha aggiunto: «Abbiamo fatto in passato vignette simili su Bruxelles, sul terremoto ad Haiti e nessuno ha protestato, nessun italiano ha protestato. La morte è un tabù, qualche volta bisogna provare a trasgredire». Il direttore di Charlie Hebdo se l’è presa poi con i social che hanno “dedicato”  molte reazioni ostili al suo giornale. «C’è un clamore completamente sproporzionato sui social» ha detto Riss parlando di “cretinosfera” e “ospedale psichiatrico a cielo aperto”.

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