Flessibilità: Padoan va con il cappello in mano, ma la Ue non si commuove

10 Set 2016 15:02 - di Marzio Dalla Casta

«Non c’è stata nessuna richiesta esplicita di flessibilità, perché come sappiamo la flessibilità è stata concessa già all’Italia che ha tutto il diritto di ottenerla, ma non è previsto al momento nessuna estensione della flessibilità ad anni successivi». Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – come efficacemente sintetizzerà qualche ora dopo Renato Brunetta in un post su facebook – è costretto a «fare buon viso a cattivo gioco» e a negare di aver chiesto al commissario agli Affari economici della Ue, il francese Pierre Moscovici, una maggiore flessibilità per il bilancio italiano.

Praticamente fallita la missione del ministro Padoan

Sull’esito (negativo) dell’incontro hanno certamente pesato le polemiche della vigilia innescate dagli acidi commenti dei Popolari tedeschi Weber e Schauble, rispettivamente presidente dell’Eurogruppo e ministro delle Finanze del governo di Berlino, all’indirizzo dei capi di governo socialisti riuniti al vertice “anti-austerity” tenutosi venerdì ad Atene su iniziativa dl premier greco Alexis Tsipras, cui hanno partecipato annche il presidente francese Françoise Hollande e Matteo Renzi. Le accuse di «irresponsabilità» piovute sul capo dei partecipanti (ma anche di Draghi, ritenuto da Schauble il responsabile del surplus commerciale della Germania) hanno praticamente chiuso le già timide aperture sul tema della flessibilità fatte da Angela Merkel durante l’incontro di Ventotene. Comprensibilmente, Padoan tenta di minimizzare («Schaeuble ha fatto un commento decisamente improntato al clima politico in Germania, perché si rivolgeva alla riunione di partiti socialisti che sono il suo avversario politico») ma è il primo a sapere che le parole del ministro delle Finanze tedesco fanno intravedere una ridotta autonomia della stessa Merkel sull’argomento. Del resto, il recente disastro elettorale patito dalla cancelliera nel suo feudo del Meclemburgo non poteva restare senza conseguenze. E l’anno prossimo la Germania voterà pe le politiche.

Per Renzi il “niet” della Ue è un’altra brutta tegola

Per Renzi e il suo governo, che avevano già fatto i conti senza l’oste tedesco, ora lo scenario della legge di stabilità mura radicalmente. Senza flessibilità la manovra espansiva che aveva cominciato a tratteggiare rischia di restare nel cassetto delle buone intenzioni e con esa anche la possibilità di fare della manovra un arsenale cui attingere risorse per vincere la battaglia referendaria d’autunno. Ora tutto si complica. Lo si capisce anche dalle parole dello stesso Padoan al termine del “bilaterale” con Moscovici: «Siamo d’accordo che ci terremo in stretto contatto nelle prossime settimane quando sarò in grado di avere chiarezza sui numeri legati a misure che costituiscono struttura della legge di bilancio». Che tradotto significa o che Padoan è andato all’incontro senza neppure conoscere per intero i numeri della “sua” manovra o che si sia presentato con il cappello in mano per chiedere qella flessibilità che gli è stata, almeno al momento, rifiutata.

 

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