Bertolaso e De Luca assolti: arriva la rivincita degli “impresentabili”

30 Set 2016 18:21 - di Redazione

Il giudice del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Grieco, ha assolto l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso dall’accusa di omicidio colposo perché il fatto non sussiste al processo Grandi Rischi bis in merito al sisma dell’Aquila del 6 aprile 2009. Un primo considerevole peso tolto dalle spalle di Bertolaso, cui resta da affrontare il processo per i costi del G8 alla Maddalena nel 2009. Bertolaso era accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni, in particolare per aver organizzato una “operazione mediatica perché vogliamo rassicurare la gente”, come disse in un’intercettazione con l’allora assessore abruzzese della Protezione Civile Daniela Stati, prosciolta, convocando la riunione degli esperti della commissione grandi rischi all’Aquila, il 31 marzo 2009, a 5 giorni dalla scossa distruttiva del 6 aprile seguente.Non riabilitato del tutto, ma riabilitato a metà: una soddisfazione per un personaggio la cui candidatura a Roma aveva avuto effetti devastanti nel centrodestra, dove molti ambienti lo consideravano “impresentabile”. Il senatore di FI Francesco Nitto Palma si è detto contento di un’assoluzione che dovrebbe mettere a tacere “chi nel centrodestra ne ha ostacolato la candidatura a sindaco. E’ davvero un peccato che Roma abbia perso un ottimo sindaco, perché questo sarebbe stato il dottor Bertolaso, per ritrovarsi affidata a dilettanti allo sbaraglio”.

E un altro politico definito “impresentabile”, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, è stato assolto ieri “perché il fatto non sussiste” dalle accuse legate alla vicenda del Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno: e il governatore si toglie un sassolino, anzi un macigno dalla scarpa nei confronti di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, che alla vigilia delle regionali dell’anno scorso inserì il suo nome tra quello dei candidati “impresentabili”. “Esprimo piena soddisfazione e rispetto per la magistratura. Era questa la vicenda per cui una avventurosa parlamentare ci aveva presentato come ‘impresentabili’. Oggi ci presentiamo a testa alta”. La vicenda segnò un altissimo momento di tensione nel Pd. De Luca definì “infame ed eversiva” l’iniziativa della collega di partito, arrivando addirittura a presentare una denuncia-querela contro di lei, poi archiviata dal gip di Roma. Secondo l’ex sindaco di Salerno, Bindi aveva “danneggiato in maniera pesante e consapevole il Pd a 24 ore da un voto importante. Nei Paesi civili che si rispettano impresentabili sono coloro che hanno una condanna definitiva, e non quelli che stanno sullo stomaco a qualcuno”. Accuse “inaccettabili” secondo la presidente dell’Antimafia, che riscosse ampia solidarietà tra i colleghi di partito e chiese l’intervento degli organi interni di garanzia del Pd.

La sentenza della seconda sezione penale del tribunale di Salerno assolve De Luca e gli altri 41 imputati: una decisione attesa dopo che lo stesso rappresentante della pubblica accusa, il pm Vincenzo Montemurro, nella sua requisitoria si era espresso in tal senso demolendo di fatto l’impianto accusatorio costruito dai colleghi che lo avevano preceduto, dopo otto anni di dibattimento e a diciotto anni dall’inizio dell’inchiesta.

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