Rai, via libera alle nomine. Il servizio pubblico diventa una “cosa” di Renzi

4 Ago 2016 17:18 - di Franco Bianchini

Via libera del consiglio di amministrazione Rai alle nomine ai Tg. Ida Colucci è promossa al Tg2 al posto di Marcello Masi, Luca Mazzà scelto per sostituire Bianca Berlinguer al Tg3, Andrea Montanari al Gr-Radio1 e Nicoletta Manzione a Rai Parlamento. Restano in sella Mario Orfeo al Tg1 e Vincenzo Morgante alla TgR. Sei i voti favorevoli. Hanno votato contro Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Carlo Freccero.

Vigilanza Rai, le dimissioni “tardive” dei dissidenti Pd

I senatori del Pd Miguel Gotor e Federico Fornaro si sono dimessi dalla commissione di Vigilanza Rai. Le nomine Rai «sono state fatte in modo non trasparente – dicono – penalizzando competenze e professionalità interne, come ad esempio nel caso di una giornalista autorevole quale Bianca Berlinguer, senza che emergano un profilo e una visione di un moderno servizio pubblico. Il Pd non è nato per riprodurre i vizi del passato, ma per cambiare l’Italia e, convinti che un altro Pd sia possibile, ci dissociamo da uno stile e da un costume politico che non ci appartiene».

Gasparri: Renzi cancella il pluralismo

«Dopo aver offeso e preso in giro la commissione parlamentare di Vigilanza, alla quale non hanno sottoposto alcun piano per l’informazione, i vertici Rai hanno proceduto alle nomine per accontentare Renzi, irritato per l’incapacità di Campo Dall’Orto». Lo afferma il senatore Maurizio Gasparri (Fi). «Al di là del giudizio sulle singole persone, tutte quante interne alla Rai, appare evidente – dice Gasparri – come hanno registrato liberi e autorevoli commentatori, il carattere di queste nomine. Tra testate e reti viene meno quel pluralismo che deve essere caratteristica essenziale del servizio pubblico radiotelevisivo. È evidente che questa operazione è stata possibile grazie al servilismo del presidente della Vigilanza, Fico, che ha costretto la Vigilanza a discutere di qualcosa che in realtà non esiste. Sono state attuate procedure scorrette più per una palese incapacità che per malafede. Gli esponenti della minoranza Pd che ora annunciano le loro dimissioni dalla commissione avrebbero invece fatto meglio a rimanere fino a tarda notte in Vigilanza per difendere le ragioni del pluralismo. Le dimissioni a volte sono una via comoda. Meglio sarebbe stato parlare con chiarezza. Continueremo comunque a difendere quel pluralismo che Renzi, a colpi di arroganza, ha cancellato».

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