Preso il rapinatore Ivano Moccia: era fuggito grazie a un permesso premio

29 Ago 2016 14:50 - di Gianluca Corrente

È terminata la latitanza di Ivano Moccia, il rapinatore seriale di 39 anni che lo scorso 23 luglio non aveva fatto rientro al carcere di Opera (Milano) dopo un permesso premio concesso dal Tribunale di sorveglianza: il suo fine pena era fissato nel 2028. I carabinieri del comando provinciale di Milano, coordinati dal pm Marcello Musso, lo hanno localizzato in zona viale Molise. Moccia stava scontando una condanna a 21 anni per varie rapine e, ritornato in libertà, ne ha messe a segno diverse per mantenere la propria latitanza.

Ivano Moccia era considerato di indole violenta

«Un soggetto spregiudicato e di indole violenta, che non esita a fare uso di un taglierino per procurarsi il denaro di cui ha bisogno, in un caso anche facendosi scudo di uno degli impiegati». Così il gip di Milano Chiara Valori nell’ordinanza emessa su richiesta del pm Marcello Musso descrive Ivano Moccia, il rapinatore seriale. Moccia, che, come scrive il gip, si preparava a fuggire all’estero, durante la latitanza avrebbe messo a segno due rapine il 25 luglio scorso, a distanza di cinque minuti l’una dall’altra, in due filiali di banche in viale Umbria e Corso Lodi. «Muoviti, dammi tutti i soldi, devi muoverti non sto scherzando, questa è una rapina», avrebbe detto, stando agli atti, alla cassiera dell’istituto di credito in viale Umbria, prima di farsi consegnare 230 euro. Con l’altra rapina avrebbe incassato 390 euro. Ivano Moccia, nato a Savona, non aveva più fatto rientro nel carcere di Opera, dove stava scontando una pena per altre rapine «a mano armata», quando stava «usufruendo di un permesso» a lui «concesso dal Magistrato di Sorveglianza allo scopo di consentirgli di partecipare a un evento culturale esterno» in piazza Sant’Agostino, a Milano. Il gip nell’ordinanza segnala anche i «numerosissimi e seri precedenti penali» dell’uomo e il fatto che il suo fine pena è indicato per il 2028.

Le fasi dell’arresto

Moccia è stato bloccato mentre, dopo essere uscito da un portone, stava caricando in auto una valigia contenente 36mila euro in contanti. Con sé aveva anche una carta d’identità falsa, tutti elementi che lasciano ipotizzare la sua intenzione di lasciare l’Italia. Moccia era assieme a tre persone, due uomini di 46 e 51 anni, e una donna di 35 (probabilmente la sua amante). Tutti sono stati indagati a piede libero per favoreggiamento.

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