Ecco perché la scienza dice no alla legalizzazione della canna

20 Ago 2016 8:25 - di Redazione

La legalizzazione dell’uso e della coltivazione domestica di una sostanza neurotossica come la Cannabis pone seri e complessi problemi sotto vari punti di vista. Uno degli errori che spesso le persone non particolarmente esperte fanno è proprio quello di cercare soluzioni «chirurgiche» semplicistiche e del tutto prive di prove scientifiche, Illusoriamente convinti che il solo fatto di fornire ai cittadini un prodotto di Stato, possa portare arisolvere magicamente gravi problemi che riguardano sia gli adolescenti minori ma anche una serie di altri innumerevoli aspetti socio economici e sanitari, si legge su il Mattino.

La canna di Stato non risolverà nessun problema

Relativamente al rapporto che i giovani possono avere conle organizzazioni criminali, credo che vada seriamente e prioritariamente considerata la necessità che le giovani generazioni sviluppino la consapevolezza che acquistare droga vuoi dire finanziare con i propri soldi le mafie, le loro violenze nonché il terrorismo. Significa rendersi partecipi di questo ed essere «azionisti diretti» di ciò che il mondo intero ritiene deprecabile e da combattere, ancor prima che con sistematiche e permanenti azioni di contrasto, con il proprio comportamento. Mi sembra molto semplice: non vuoi essere «complice»? Non acquistare nessun tipo di droga. Purtroppo sfugge a molti che i primi finanziatori del crimine sono proprio chi acquista le loro droghe senza voler colpevolizzare i malati di dipendenza (che trovano comunque valide e gratuite alternative terapeutìche nel sistema sanitario) ma la moltitudine dei così detti «ricreazionali» forse farebbe bene a valutare anche queste conseguenze sociali e l’eticità di questo loro comportamento di consumo.

Si va verso la produzione e commercializzazione della Canna  a spese dello Stato

Pensare poi che la fornitura da parte dello Stato di questa sostanza neurotossica porterebbe a creare un mercato alternativo ingrado di abbattere gli introiti delle mafie, non é proprio razionale perché non sostenuto dalla realtà scientifica e dei dati che dimostrano esattamente il contrario. Sappiamo bene che i primi e maggiori consumatori di cannabis sono proprio i minori, che sarebbero anche i primi a dover essere esclusi dalla legalizzazione di poter acquistare droga di Stato. La concorrenza inoltre verso l’offerta criminale di cannabis sarebbe imbattibile anche sul piano meramente chimico della percentuale di principio attivo nelle sostanze prodotte e vendute. Questa infatti è sempre maggiore, quindi sempre più psicoattìva, nei «prodotti» delle mafie, che non si preoccupano certo dell’aumentato grado di neurotossicità che essi generano, ma solo delfatto che i«clienti» la prediligono cosi, mentre lo Stato non potrebbe commercializzare sostanze ad alto contenuto di THC (principio attivo della cannabis), pena il produrre ancora più gravi danni neurologici e rischi non accettabili in relazione per esempio anche alla guida di autoveicoli o allo svolgimento di mansioni a rischio per terzi.

La cannabis non cura nessuna malattia

Va tenuto conto infatti di tutti gli altri effetti che questo comporterebbe sia sulla salute pubblica nel suo complesso (soprattutto nel lungo termine), sia anche sugli aspetti legati all’autocoltivazione e all’auto somministrazione da parte di persone affette da gravimalattie (che peraltro la Cannabis non cura ma ne riduce solo i sintomi). È un concetto medioevale e fuori di ogni approccio dimedicina responsabile, affidare la produzione e la somministrazione di «farmaci» così fortemente psicoattivi, direttamente ai malati. Non esiste caso simile in tutta la medicina. Pensiamo inoltre alle gravi conseguenze sociali di lungo termine che l’effetto della legalizzazione porterebbe soprattutto sulla percezione del rischio e del danno correlato all’uso di cannabis da parte degli adolescenti. È scientificamente dimostrato, con studi trentennali, che far percepire tale uso come «tollerato» e quindi normalizzare questo comportamento legittimandolo addirittura con leggi dello Stato, provoca una diminuzione della disapprovazione sociale, una conseguente diminuzione della percezione del rischio e quindi sempre di conseguenza un aumento dei consumi oltre che dei giovani consumatori.

Scienza ha messo in guardia contro la tolleranza verso la canna libera

Tutte le società internazionali di Psichiatria, di Tossicologia e di Neuroscienze continuano a mettere in guardia i decisori politici dal rischio di creare generazioni di giovani molto più esposti e vulnerabili a sviluppare importanti e gravi forme di psicosi. Non si comprende perché restino inascoltate queste voci, nonostante la loro autorevolezza scientifica. Bisogna ammettere che si percepisce un furore ed una «infatuazione» verso la scelta di legalizzare che, anche in persone normalmente di buon senso, non tiene conto che è necessaria una valutazione sistemica, ponderata e a 360 gradi delle conseguenze di tale scelta.

Commenti

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  • Andrea 16 Aprile 2018

    Mai visto un terrorismo giornalistico così tanto non curante della verità. Perfetto per gli italiani bigotti e ipocriti, diciamo l’80% (un paese di anziani).