Giorgia Meloni: «Il Sì arranca e la grande finanza va in soccorso di Renzi»

19 Ago 2016 11:32 - di Fulvio Carro

«Il fronte del No è eterogeneo? Certo, non mi pongo il problema perché con questa riforma costituzionale stiamo affrontando un passaggio particolare che impegna tutti noi nella difesa dei diritti di molti contro gli interessi di pochi sponsorizzati dal governo Renzi» Lo dice al Corriere della Sera Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

 Giorgia Meloni spiega i motivi che inducono a votare No

Per il No, dice, si «può anche andare insieme a Sel, ma ognuno con le proprie differenze», dice senza mezzi termini Giorgia Meloni. «Nel presentare il comitato “No, Grazie”, promosso con Forza Italia e la Lega, abbiamo chiarito che non è solo l’antirenzismo a caratterizzarci. Noi abbiamo un’idea di riforma che comprende quattro punti: elezione diretta del capo dell’esecutivo la cui eventuale caduta, poi, determini lo scioglimento del Parlamento; abolizione del Senato, perché così come è concepito da Renzi fa comodo solo al Pd; rapporto con l’Europa e tetto massimo alle tasse fissati in Costituzione».

«Le oligarchie internazionali non sono dalla parte degli italiani»

«In un momento in cui il fronte del Sì non se la passa tanto bene», incalza Giorgia Meloni, «è normale che la grande finanza estera corra in soccorso di Renzi. Le oligarchie internazionali, che non sono certo dalla parte del popolo italiano, scendono in campo e mi dispiace che la sinistra si sia schierata con le lobby sostenute dai governi Monti, Letta e Renzi. L’eterogeneità del fronte del No l’ha voluta Renzi. Con la personalizzazione del referendum, il premier ha fatto un autogol».

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